Riportano ad un tragico fatto di sangue da cui furono colpite al cuore le comunità di confine nel Medio e nell’Alto Varesotto, ovvero l’assassinio del generale Enrico Riziero Galvaligi nel giorno di San Silvestro 1980 a Roma, due tra gli arresti messi a segno stamane in territorio francese per gravi reati di terrorismo commessi su suolo italiano: in manette Roberta Cappelli, anno 1955, e Marina Petrella, anno 1954, entrambe romane per nascita e ricercate con mandati europei in scadenza rispettivamente a fine luglio 2022 e ad inizio gennaio 2022, entrambe condannate all’ergastolo per vari reati commessi durante la militanza attiva nell’organizzazione denominata “Brigate rosse”. Secondo evidenze processuali, Enrico Riziero Galvaligi – meglio noto con il secondo nome, originario di Solbiate Arno e che era di fatto cittadino di Brinzio, dove tra l’altro aveva conosciuto la moglie Federica – fu ucciso da Remo Pancelli e Pietro Vanzi, entrambi brigatisti, fintisi corrieri per la consegna di un pacco e che con tale scusa attirarono il generale – al tempo 60enne e nel ruolo di vicecomandante l’Ufficio coordinamento servizi di sicurezza negli istituti penitenziari – nell’androne del palazzo in cui egli abitava. Àl pari di Roberta Cappelli e di Marina Petrella, in manette sono finiti tre già appartenenti alle “Brigate rosse”, ossia Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti e Sergio Tornaghi, ed ancora Giorgio Pietrostefani cofondatore di “Lotta continua” e Narciso Manenti proveniente dalle file dei “Nuclei armati contropotere territoriale”; per tutti si profila l’estradizione in Italia. Tre altri soggetti, al secolo Raffaele Ventura (che è originario di Varese), Maurizio Di Marzio e Luigi Bergamin, sono riusciti per il momento a sottrarsi alla cattura. Nella foto, Enrico Riziero Galvaligi.