Non avrà séguito, perlomeno in sede giudiziaria, l’informativa del granconsigliere Matteo Pronzini circa la vicenda dell’ormai noto messaggio “WhatsApp” con cui Mauro Ermani, presidente del Tribunale penale cantonale, si era indirizzato al procuratore generale Andrea Pagani nell’agosto dell’anno corrente. Tale la sostanza della formale decisione di “non luogo a procedere” emessa oggi dal sostituto procuratore generale Andrea Maria Balerna, non ravvisandosi “rilevanza penale del fatto in questione” ovvero non avendo tale comunicazione “aggiunto nulla a quanto già di pubblico dominio e dunque già noto anche al ministero pubblico dai primi giorni di ottobre”.