Nella Svizzera di lingua italiana generatrice di talenti su vari fronti delle arti liberali (Remigio Nussio compositore e musicista, la dinastia dei Giacometti tra pittura e scultura ed ogni altra forma dimensionale, Arnoldo Marcelliano Zendralli tra storia ed impegno quale editore, don Felice Menghini letterato e poeta; potrebbero bastare…) non ebbe tutta la fortuna che avrebbe meritato; non la ebbe, e non l’ha avuta, fors’anche perché fu breve la sua esistenza terrena. Oltre che tributo alla memoria del personaggio, nel centenario dalla nascita, suona allora anche come opera di… riparazione dalla collettività al singolo il convegno che Poschiavo si appresta a dedicare a Renato Maranta, “incompreso genio musicale e letterario” secondo una felice definizione di Massimo Lardi, già docente e cultore del territorio oltre che responsabile di un’intensa attività pubblicistica; alla “Sala Torre” la tavola rotonda, ampio lo spettro della ricerca tra vita, musica e testi di un uomo dall’esistenza densa ma tormentata e che, dopo sempre più frequenti periodi di depressione culminata in un esaurimento nervoso, si concluderà nel 1954, quando questo soggetto poliedrico per attitudine e per spirito di indagine aveva solo 34 anni, causa un’insufficienza cardiaca.
Perdita significativa, per il territorio e per la sua cultura, fu quella di Renato Maranta: che da ragazzo aveva imparato a suonare organo, harmonium e pianoforte, e che già a 18 anni era presenza quasi ineludibile in matrimoni, sagre, celebrazioni e sante Messe tra Poschiavo e gli altri nuclei della valle. Passo breve dai primi esperimenti di composizione alla diffusione di tali lavori che, in effetti, iniziano a circolare tanto nelle cerimonie religiose quanto in occasioni laiche: nel volgere di cinque anni, ecco un “Canzoniere” ricco di quasi 100 brani. In trasferta a Zurigo, Renato Maranta scelse di fondare una propria impresa, la “Edizioni orali svizzere-Ecs”; nel frattempo vari suoi lavori passano sia a “Radio Monteceneri” sia a “Radio Beromünster”. Non mancano contributi per le pagine culturali del “Grigione italiano”, liriche e saggi sull’“Almanacco” e sui “Quaderni grigionitaliani”, ed altro ancora. La cultura, purtroppo, non sempre dà pane a sufficienza; e si direbbe – ma qui, per miglior comprensione, utile sarà quanto all’oggetto del convegno – che anche questo aspetto influì sulla quotidianità di un uomo che si sentiva circondato da scarsa comprensione anche nei termini del mancato sostegno da terzi sui quali, invece, egli confidava nel turbinio dei mille impegni (studiava al Conservatorio, era sotto servizio militare, e lavorava come organista, pedagogista in àmbito musicale, catechista, compositore, editore ed autore di testi). In un momento di piena crisi, Renato Maranta giunse persino a distrugge parte della sua opera; solo di recente, per dire, una parte del “Canzoniere” è stata ritrovata ed andrà in pubblicazione, a cavallo tra il 2020 ed il 2021, sotto identità della “Pro Grigioni italiano”.
Al convegno, nel cui contesto sono annunciati interventi di vari esperti (Pietro Bianchi, Giovanni Sanvito, Achille Pola, Paul Widmer e Fernando Iseppi tra gli altri), verrà affiancata una parte concertista con brani di Renato Maranta e per l’esecuzione di Giovanni Sanvito (voce di Manuela Tuena, soprano). Inizio ore 9.00; ingresso gratuito, richiesta l’iscrizione (contatto: “e-mail” all’indirizzo valposchiavo@pgi.ch).