Il lavoro in Municipio è usurante, persino in una realtà nella quale le gratificazioni risultano di gran lunga superiori agli obblighi imposti dalla funzione essendo il territorio al centro di una complessa serie di movimenti; e lì valgono lo sviluppo della A2 con la compiuta ridefinizione degli svincoli sulla A394, il “campus” universitario Supsi a ridosso della stazione ferroviaria, l’avvenuta realizzazione del “Centro pronto intervento”, le opere sul “Beata Vergine”, l’implementazione in essere nelle zone industriali, ed alla sintesi il salto di categoria anche nella percezione collettiva fuori dal territorio comunale. Agli onori, tuttavia, par proprio che a Mendrisio nessuno più tenga: anche il 38enne pipidino Marco Romano, che pure fu in lizza per la poltrona di sindaco (ballottaggio perso contro Samuele Cavadini in quota Plr) e che da due anni e mezzo siede nell’Esecutivo, si annuncia partente con effetto quasi immediato, diciamo da agosto, sicché a settembre il suo posto sarà occupato dal 57enne Manuel Aostalli.
Dimissioni con motivazioni varie e tutte credibili e commendevoli, dai maggiori impegni professionali al ruolo acquisito quale capogruppo della frazione Ppd-Pbd-Pev al Nazionale; di fatto, la quarta uscita – terza nelle file democristiane – nel volgere di meno di due anni e mezzo (Carlo Croci, sindaco per quasi un quarto di secolo, fece posto per Paolo Danielli; Piermaria Calderari, passo indietro a favore di Francesca Luisoni; ora Marco Romano pronto a far spazio a Manuel Aostalli; nella compagine “Insieme a Sinistra”, partente il non poco contestato Giorgio Comi a favore di Françoise Gehring). Segno ad ogni modo interessante; e potrebb’essere l’inizio – non sgradito in casa popolare-democratica – di un riposizionamento anche per varie altre figure in doppia funzione.