1’183 i suoi “follower” su “Instagram” alle ore 23.40 di domenica 3 novembre 2019, ma sole due o tre sono le persone cui egli interessa sul serio: l’ex-moglie, ed un’ex-fidanzata, e fors’anche un’altra ex-fidanzata. E pardon, magari all’elenco si dovrà o si potrà aggiungere a breve anche un’altra futura ex-fidanzata, più – come dire? – territoriale per noi che si racconta da qui. Perché proprio su Lugano e proprio su un nome dall’incerta celebrità personale (altra cosa è quella acquisita per esposizione catodica e/o per tramite di stampa compiacente) erano calate “Le iene” di “Italia 1”, e da stasera – dopo un primo rinvio del servizio, dicono pare sembra corre voce – i fatti e le identità sono note: motivo del contendere, soldi che l’uomo riuscì a farsi dare da varie donne con cui aveva intrattenuto relazioni personali, scomparendo poi dalla circolazione e lasciando i debiti in capo all’amica o consorte o convivente che fosse; nome, Bryan Pasini, parrucchiere che a quanto risulta sarebbe originario di Cesena o dei dintorni, avendo esercitato primariamente nella città romagnola e qui lasciando una fra le prime prove d’impresa soccombente, e che da non breve tempo trovasi proprio in Ticino. Con non scarso successo, nella riverniciatura elvetica, o almeno; con sufficiente riscontro in pubblicità ed in investimenti, dal mometo che egli aprì un salone con proprio nome a Lugano, e proprio una ventina di giorni or sono; cerimonia, volendosi essere precisi, appena appena rovinata dall’apparizione di inviati della trasmissione televisiva e, sulla loro scia, dello stuolo delle “ex” non proprio in atteggiamento conciliante.
Pertiene al carattere privato tale questione; essa diventa tuttavia di interesse pubblico laddove il soggetto, ed è il caso di Bryan Pasini, sia professionalmente attivo con vigorosa presenza sui “media” ed in più occasioni, ad esempio, trovi sponda e spazio in programmi televisivi di primo piano, varie in particolare le apparizioni sul catodo Rsi. A conti fatti, l’uomo avrebbe lasciato dietro di sé un “buco” – nei fatti rimasto a carico di terzi – per l’equivalente d’una milionata di franchi all’incirca, infilandosi infine al di qua del confine; problema di coloro che si fidarono, firmando l’avallo al credito e garantendo in prima persona per lui davanti alle banche. Un po’ più interessante quel che avviene nel “poi”: il noto parrucchiere opera infatti a Lugano, al servizio della “Hair boutique” di corso Elvezia 21, almeno dal novembre 2016, essendosi fatto precedere da intensa campagna di comunicati dal tono trionfalistico (giornalisticamente parlandosi: fuffa); ed in tale sede, sulla spinta di attestazioni quale “hair stylist e lookmaker dei vip” e dichiarazioni curriculari che vanno dall’“Isola dei famosi” al “Festival della canzone italiana” di Sanremo ad “X-factor” al “Festival del cinema” di Cannes (ma anche alla più comune “Beauty contest expo” sulle rive del Ceresio), egli rimane a lungo, timbrando una presenza marcatissima nel fatto che tuttora, a chi apra la pagina InterNet del salone, ben chiara compare l’indicazione del sito “web” quale “hair-boutique-di-bryan-pasini.business.site”. Forse una piccola ma suicidaria dimenticanza degli odierni operatori in tale realtà d’impresa, che appena dopo la trasmissione del servizio sono stati subissati da messaggi ed insulti su ogni genere di piattaforma sociale, tanto da doversi esporre in prima linea per rendere noto che “dall’ottobre 2018” la persona di cui trattasi “non lavora più qui”, e di essere anzi “una delle tante vittime”, e semmai di avere come unica responsabilità l’aver “dato fiducia ad una persona sbagliata” (nota di servizio: tale concetto è riportato a mero titolo di cronaca e non costituisce parere condiviso dalla redazione); fra le righe e dalle righe, poi, un indizio sfuggito laddove emerge che “titolare di questo salone è la socia di cui si parla nel servizio”, mera investitrice o novella compagna, tesi divergenti o non perfettamente delineate ed al momento non allineate, poco importa. Con decollo annunciato per l’ottobre 2019, nuovo progetto, identità personale sempre in piena evidenza (anzi, con marchio appena appena modificato rispetto a quello presumibilmente anagrafico), un lieve accento sulla tipologia dell’attività sicché Bryan Pasini è ora un “hair illusionist”, e traduzione non dovrebbe servire. A non grande distanza, un salone da inaugurarsi in pompa magna; e tutto funzionerebbe a meraviglia se non fosse per l’irruzione di Nicolò De Devitiis e dei suoi operatori, entrati e bene accolti sino a che parevano essere normali intervistanti ossia latori di pubblicità “aggratisse” ma messi alla porta – anche con un toni ed atti da inscusabile trascendimento – sul manifestarsi di domande spiacevoli e sull’arrivo delle “ex” sedotte, depauperate di averi ed abbandonate. Parapiglia, qualche spintone (da parte di terzi), imbarazzo malcelato di Bryan Pasini davanti ai volti delle pretendenti – a spiegazioni ed a rimborsi, null’altro – e mistero sulle conseguenze dell’atto, anche se si sa a margine di un intervento di agenti Polcom a titolo precauzionale. Circa quel che accadrà ora, mistero; ma la versione personale dell’interessato sui fatti non dispiacerebbe.
Post scriptum: alle ore 2.39, quando questo articolo giunge all’edizione sulle pagine del “Giornale del Ticino”, i “follower” di Bryan Pasini su “Instagram” risultano essere scesi a 1’179. Modesta perdita, ma perdita di consenso, si rileva…