Avanzo di esercizio pari a 4.1 milioni di franchi; autofinanziamento positivo per 216.8 milioni di franchi (grado al 79.5 per cento); onere netto per investimenti pari a 272.7 milioni di franchi, ergo risultato complessivo a “meno 55.9” milioni di franchi, con debito pubblico in attestazione finale a circa 1.97 miliardi di franchi. Tali i numeri del Preventivo 2020 del Cantone, come da ipotesi approvata oggi in sede di Consiglio di Stato, su una linea virtuosa che troverebbe conferma anche nelle cifre nere annunciate per la Confederazione e per otto degli 11 Cantoni i cui Esecutivi sono già giunti a fornire un quadro definito circa le finanze nel prossimo anno. Nessuna novità circa gli obiettivi di medio termine, vale a dire l’equilibrio dei conti con richiamo al “Leitmotiv” secondo cui non bisogna “cedere alle pressioni che si manifestano quando la situazione finanziaria sembra migliore”. Per quanto riguarda poi il Piano finanziario 2021-2023, prime indicazioni rilevanti dalle spese supplementari (33 milioni di franchi circa) per il potenziamento del trasporto pubblico in relazione all’apertura della galleria ferroviaria “AlpTransit” al Ceneri. Vaga ma non impropria la sensazione della futura pressione sui conti dello Stato, il che induce a prudenza soprattutto per quanto riguarda le entrate da poste aleatorie: emblematico il caso della quota cantonale sugli utili della “Banca nazionale svizzera-Bns”, quota che nel documento di pianificazione finanziaria sul triennio viene mantenuta al livello ordinario pur essendo possibile, sulla scorta dei risultati dell’istituto centrale, che abbia nuovamente luogo la distribuzione di una quota supplementare. Resta infine il punto interrogativo sulla cosiddetta “tassa di collegamento”, al momento zavorrata dai ricorsi.