“Via libera” da Palazzo delle Orsoline in Bellinzona, versante Esecutivo, al messaggio con cui viene proposto un sensibile incremento (dal 12.5 al 40 per cento) della quota azionaria del Cantone nella “Lugano airport Sa”, ricapitalizzazione funzionale al rilancio – dicasi meglio: al salvataggio – dello scalo sottocenerino “quale elemento fondamentale di sviluppo economico regionale”. In numeri, tre le poste: credito di investimento da 2’400’000 franchi per la seconda ricapitalizzazione della “Lugano airport Sa”, credito di investimento per 920’000 franchi a copertura della quota-parte per le perdite – in eccedenza al capitale azionario oggi registrato – che si prevedono a consuntivo 2019, credito annuo da 520’000 franchi su cinque anni, ovvero 2’600’000 franchi, a gestione corrente per la copertura della quota-parte pertinente alle perdite di esercizio che saranno cumulate dal 2020 al 2024. Soldi nel pozzo perdente, obietterà qualcuno; posizione attendistica, viene invece da pensare, vuoi di fronte ad eventuali e più esose richieste, vuoi in funzione dell’auspicata “partnership” – al momento, priva di consistenza – con ingresso di soci privati. Immutata la linea: “Da tempo abbiamo chiaramente affermato di credere che Lugano-Agno sia di valenza cantonale per assicurare i collegamenti aerei di linea e d’affari con il resto della Confederazione”.
Per di più, a mente dei membri del Governo, la somma di investimenti prospettati corrisponde “alle richieste espresse dal Gran Consiglio nel giugno 2018”, laddove era giunto un invito “ad affiancare la Città di Lugano nel sostenere l’aeroporto quale elemento importante di sviluppo economico regionale”. Infine, salvaguardia (“pro tempore”…) dei posti di lavoro “direttamente legati alle attività dello scalo”, garanzia nell’immediato “della continuità operativa, dichiarazione di fiducia nella possibilità di riequilibrare “a medio-lungo termine” la gestione corrente. Discorso tra le righe: la politica questo fa ed ha fatto; ad altri spetta il compito di consolidare i voli di linea (Ginevra, a quando il ripristino dei collegamenti?) e quelli stagionali, “con valutazione di un futuro contenuto ampliamento dell’offerta di destinazioni “business” e turistiche”. Postilla in forma di “se”: se tale offerta sarà “economicamente autosufficiente”. Ah, certo: se sta in aria senza che si debba soffiare, vola.