Home CRONACA 2020 vs. 2019 (28) / Stesso contesto, stesse frasi, senso opposto…

2020 vs. 2019 (28) / Stesso contesto, stesse frasi, senso opposto…

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Ultimo appuntamento in un ciclo di quattro settimane, dacché stiamo per uscire dalla “fase uno/uno e un quarto/uno e mezzo/uno e tre quarti” e camminiamo sull’ultimo miglio verso la “fase due”, con la rubrica in cui abbiamo raccontato l’evolversi o l’involversi – e, in linea generale, l’aporia – di interpretazioni e di comportamenti a causa della pandemia da Covid-19, vero e proprio spartiacque nella vita quotidiana (se non di tutti, almeno della maggior parte di noi). L’abbiamo detto sin dall’inizio: un appuntamento in parole semplici e da prendersi alla leggera, puntata quotidiana dopo puntata quotidiana, quale accompagnamento verso la fine del “tunnel”; ed un semplice confronto, via, tra ieri ed oggi. Lieti, nei riscontri, di aver incontrato il gusto dei membri della “con-tribù” del “Giornale del Ticino”.

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2019 – Sul tempo che scorre: “Ah, per fare quel che devo fare con il lavoro mi servirebbero un anno da 13 mesi ed ogni mese da cinque settimane ed ogni settimana da otto o da nove giorni… Ecco, per mettermi alla pari vorrei proprio che il calendario si fermasse, che ci fosse un tempo “sospeso” e nel quale nulla avviene mentre io posso recuperare il pregresso e riposarmi e mettere a posto quel che ho in sospeso da un pezzo…”.

2020 – Ad ore dal salto nella “fase due”: “Due mesi buttati via, sembra incredibile ma ci si fa la pelle dura anche nell’attesa, alla fine mi sembra quasi di non aver nemmeno vissuto davvero questo periodo, lunedì torno in negozio e boh, non ho messo a posto nulla di quel che avevo lasciato indietro e sono più stanco di prima…”.