Con il Partito socialista per le ultime Cantonali, con i “Verdi del Ticino” alle Federali di ottobre. Legittime dinamiche a geometria variabile, secondo bisogno e secondo opportunità, nel cuore del “Forum alternativo” che, ormai quasi in coincidenza con il decennale dall’esordio sulla scena politica, per esserci c’è ma in una Sinistra ben lontana dall’essersi rilanciata, a differenza di quanto figurava nei propositi dei vari Franco Cavalli e Giancarlo Nava ed Enrico Borelli ai tempi della fondazione del laboratorio di idee; e, del resto, non esistendo fisicamente in Ticino un’area descrittiva e comprensiva di ogni istanza della Sinistra resta difficile non diciamo l’unione, ma financo l’accorpamento delle singole voci, a men che s’amino le cacofonie rumorali. Difficile, e meglio: improbabile con tendenza marcata all’impossibile. Operazione che, del resto, in sé sarebbe connotata da una sola certezza: l’inutilità.
Prima o quinta gamba che siano nella Sinistra, ma almeno con la consapevolezza dell’appartenere alla linea del “Barcollo ma non mollo” come attestano peraltro i 15 punti del programma (“L’abbiamo sottoposto anche al Partito comunista ed al Partito operaio e popolare”. Ignoto il responso della consultazione), con tempestiva sollecitudine e con sollecita tempestività i forumisti alternativi cavano fuori oggi – cioè poche ore dopo l’incontro tra i membri del “Comitato di coordinamento” un’accoppiata “propria ma non del tutto” per il Nazionale, più per contarsi (nelle schede) che per contare (l’elezione non entra nemmeno in linea di conto). Medici, entrambi: Josef Karl Heinrich “Beppe” Savary-Borioli da Oberriet frazione Montlingen nel Canton San Gallo ma con ascendenza paterna da Payerne nel Canton Vaud, che va per i 71 e che esercita in Onsernone, fresco di ingresso a Palazzo delle Orsoline in Bellinzona e quello fu per l’appunto il punto di massimo avanzamento all’interno dell’alleanza con i socialisti, peraltro in giornata dalle urne avarissime per il partito egemone; e Pietro Majno-Hurst, 63 anni, chirurgo, primario nel sistema Eoc oltre che professore universitario, “curriculum” che molti conoscono, su fegato e pancreas un’autorità internazionale. Di Pietro Majno-Hurst, milanese per nascita, s’avrebbe da ricordare anche una storia familiare fatta davvero di migrazione per necessità di pelle da salvarsi: il padre, di religione ebraica, scappò nel 1943 in Ticino potendo godere dell’accoglienza in una realtà familiare a Sorengo, ed era quella di Guglielmo “Padreterno” Canevascini, uno che in materia di socialismo qualcosa sapeva. E provano a vendere bene il prodotto, tra le colonne del “Forum”, ricordando che il soggetto “si è spesso profilato su scelte radicalmente ecologiste” tanto che la sua è una candidatura che si potrebbe considerare “comune” con i “Verdi del Ticino”. Si potrebbe, sì, e forse dall’altra parte hanno perso un’occasione per portare a casa un personaggio di spessore.
Manca a questo punto soltanto l’“imprimatur” dell’assemblea del movimento: questione di un paio di settimane e briciole, domenica 18 giugno il timbro. Per quanto riguarda i “Verdi del Ticino” alleati in lista unica (cioè A più B insieme e poi congiunti con i socialisti), posdomani l’ufficialità dei nomi su quel che da un lato è utopia pura e semplice (Greta Gysin vincente agli Stati? Già largamente incerta la conferma del seggio già preso – e poi abbandonato a sé stesso – da Marina Carobbio Guscetti) e dall’altro rientra nell’alveo su un possibile-ma-tutt’altro-che-garantita permanenza a Palazzo federale, sei le identità in lista (per l’appunto, otto meno i due posti rivendicati ed ottenuti dai forumisti) cioè Greta Gysin più cinque eccipienti, sempre con rispetto parlandosi per i vari Maurizio Barro, Gianna Bonina, Serena Britos, Marco Noi tra l’altro granconsigliere e Rocco Vitale, s’intenda, ma il margine a favore dell’uscente non si discute. Certo che un Savary-Borioli o un Majno-Hurst, a rigore di esperienza di vita e di qualità riversabile in politica…