Home POLITICA Udc, sul sito del partito la “pole position” solo a chi paga/1

Udc, sul sito del partito la “pole position” solo a chi paga/1

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Regole interne della competizione elettorale per una sana rappresentanza democratica: fatte salve le rendite di posizione, giacché l’uscente che si ricandida è avvantaggiato sul neofita rimasto in precedenza fuori dalla stanza dei bottoni o addirittura mai propostosi, tutti partono dallo stesso punto; inoltre, tutti partono nello stesso momento (chi più chi meno, ma valgono pur sempre i temi di ratifica delle liste); ancora, tutti partono con le stesse opportunità (garantite dalla Costituzione e dalle leggi, per dire…) e tutti partono con i medesimi strumenti collettivi (esempio banale: il marchio del partito, che è bene messo a disposizione di quanti abbiano aderito o aderiscano nell’immediato). Ecco: quel che non accade, quest’anno ed in vista delle Cantonali di aprile, in casa Udc Ticino. Quel che non sta accadendo, e senza che dai vertici giunga un colpo di timone per correggere un’evidente distorsione tradotta in vantaggi competitivi riservati agli uni ed a detrimento di altri. Non per caso, si scopre ora. Non per caso, ma per strategia deliberata ed a monte della quale sta – trattavasi di terza ipotesi, solo adombrata l’altr’ieri in un “A margine” – la mera pecunia. In altre parole: il partito ti “spinge” se paghi. Non solo: se paghi, ma su un progetto di comunicazione che è “interno”, elaborato all’interno e destinato primariamente al circolo interno. A tariffa: e viene privilegiato chi fa, mentre va all’ammasso chi non fa.

Piccolo salto all’indietro. Nella pietra d’inciampo, come spesso accade, si era incappati per pura constatazione: sito “web” dell’Udc Ticino, a primo impatto una serie di foto personali che l’utente internettiano può far scorrere con un “clic” su apposita freccia (non è proprio il massimo dell’intuibilità, ma ci si arriva); alla sezione “Elezioni cantonali 2019”, inequivocabile messaggio in pari termini espresso, ovvero “Ecco i candidati Udc alle prossime Elezioni cantonali 2019”: vedi i due nomi per il Consiglio di Stato, e sì, sono quelli inseriti nel listone con i tre leghisti ovvero Norman Gobbi Claudio Zali Daniele Caverzasio, e sotto spunta una serie di fotine (micro) e di nomi (micro) secondo l’invero infausta e suicida suddivisione – ma questo è altro argomento – nei quattro comprensori. Sorpresa: tre immaginette per il Mendrisiotto, 17 per il Luganese, sette (tra cui, in replica, la stessa candidata al Consiglio di Stato) per il Locarnese-valli, sei per il Bellinzonese-valli. Tre più 17 più sette più sei uguale 33; su 89, ne mancano 56. I riempilista? I paria? Quelli messi lì come i vecchi numeri 13 destinati a rimanere in panchina per 28 giornate di campionato su 30, salvo occasionali chiamate dell’allenatore sul genere del “Vediamo come sta il 6, tu incomincia a scaldarti, nel caso entri e guai a te se prendi iniziative”, ed alla fine della stagione il tizio viene rimesso sul mercato, se lo prenda chi vuole? Interrogativo lecito, a pesante avvaloramento poi domenica mattina quando, sul “Mattino”, dell’Udc spunta una lenzuolata. Le faccine in destinazione Gran Consiglio, stavolta, sono soltanto… 13. Sempre su 89, chiaro, non è che si stia parlando di altro appuntamento elettorale. Stesso giornale, tra l’altro: paginata della Lega dei Ticinesi, che in tal caso è padrona a casa propria, ed i candidati al Legislativo ci sono tutti; la differenza non può non balzare all’occhio.

Un errore, no, non può essere. All’ipotesi secondo cui questa sarebbe una prima puntata e dunque altre paginate seguirebbero (ma mancano in sostanza tre domeniche…) con i nomi e con i “santini” degli altri candidati, poi, non vi è motivo di credere, così come abbiamo abbandonato una pista ragionevole sino ad or è un paio di giorni, essendosi considerata la possibilità di un impedimento tecnico dell’addetto all’immissione delle informazioni (eccessivo carico di lavoro all’improvviso, si fa quel che si può prendendo le mosse da quel che di più immediato si ha sotto mano). E allora, dobbiamo proprio pensare ad una discriminazione? Eh, dobbiamo. Sì e no, perché caso vuole che si sia compresa – e si abbia riscontro indiretto dall’interno dell’Udc Ticino – la formula magica che manda avanti l’uno e lascia indietro l’altro. Meritocrazia? Plonf, acqua. Primato come premio per originalità delle idee proposte e, nel frattempo, vagliate a cura dei membri di una specifica commissione? Puff, lontanissimi dal vero. Per deduzione: soldi, chi paga va in pagina con piena evidenza e chi non paga resta solo menzionato in calce? Esatto: soldi. E aggiungiamo: non si tratta solo di una deduzione, a questo punto. Tempo qualche ora, e si va al sodo.

(1-continua)