22 persone, parte delle quali con passaporto svizzero, sono sotto denuncia per reati vari – dal contrabbando alla ricettazione all’introduzione in Italia ed al commercio di prodotti contraffatti, con l’aggravante della sistematicità – al primo esito di un’inchiesta svolta da effettivi della Guardia italiana di finanza, comando provinciale di Como, con riferimento al traffico di orologi pregiati e di orologi contraffatti ma recanti marchi di primarie case. Gli accertamenti sono scattati formalmente quando, ad un valico doganale fra Ticino e provincia di Como, uomini di una pattuglia del Gruppo Ponte Chiasso hanno proceduto al controllo di una vettura proveniente dalla Svizzera e nel cui abitacolo è stata individuata una confezione contenente 87’000 euro non dichiarati in frontiera; tira un filo, tira l’altro, il denaro ha portato agli oggetti il cui controvalore è stimabile nell’equivalente di circa 800’000 franchi per i soli 30 orologi autentici, mentre consta in almeno 300’000 franchi il potenziale provento dalla vendita dei prodotti “taroccati”.
“Contesto criminale dedito ai traffici illeciti”, secondo quanto riferiscono i portavoce della Guardia italiana di finanza, in alcuni casi con acquisto degli orologi in Svizzera e trasferimento in Italia senza pagamento dei diritti doganali, in altri con acquisto di articoli in Italia con utilizzo del regime di esenzione dall’Iva (formalmente si trattava dell’esportazione definitiva di un bene intestato a residenti in Svizzera) e riesportazione in Italia senza dichiarazione. Vera e propria attività commerciale, è emerso, attraverso piattaforme “online”, siti InterNet “dedicati”, contatti telefonici e scambio di “e-mail” sino alla consegna materiale dei prodotti; per quanto riguarda i soli falsi, in gran parte fabbricati su suolo cinese, consta l’avvenuta introduzione di varie centinaia di orologi. Sequestrato inoltre denaro contante per 122’730 euro.