Non tutto, in un’esperienza segnante qual è quella degli operatori del “Telefono amico”, dicono le cifre del resoconto annuale diffuso stamane; ma dalle cifre occorre partire proprio per consentire una valutazione dello sforzo. E dicono, le cifre, che nel 2019 dalle tre sedi (Luganese, Bellinzonese e Mendrisiotto) sono stati coperti 1’830 turni di ascolto “tradizionale”, cioè in voce, più 313 ore di colloqui in forma elettronica contestuale ossia via “chat” in 310 contatti di cui tre quinti (59.68 per cento a rigor di computo, 185 le situazioni) trasformatisi in consulenze; 15’883 (43.5 il giorno, poco meno di una ogni mezz’ora e nell’arco delle 24 ore) le chiamate al numero telefonico “143”, e nel 76.33 per cento dei casi (12’123 chiamate) al primo contatto ha avuto luogo un séguito in forma di effettivo colloquio di aiuto (33.21 in media). Principali temi che vengono affrontati dai 46 volontari: relazioni interpersonali, solitudine, disturbi psichici e difficoltà connesse con la gestione della vita quotidiana; sia in voce sia via “chat”, tra l’altro, predominanti le richieste da utenti di sesso femminile.