Non su Greta Thunberg, e nemmeno sul neoambientalismo di maniera, fanno leva quanti operano nel mondo della nautica con costante propensione alla ricerca di soluzioni innovative e ad impatto via via sempre più ridotto: effetto e prodotto di studi e di un lavoro svolto nell’arco di almeno 40 anni, infatti, sono gli odierni modelli a propulsione elettrica e di varia stazza e che via via trovano credito e consenso tra i clienti. Nel segno della sostenibilità, ed all’interno del solido programma delle “Giornate elettriche” tra lunedì 14 e venerdì 18 ottobre, l’incontro fra due realtà storiche sui bacini d’acqua dolce tra Svizzera ed Italia, ovvero i vertici di “Società navigazione Lago di Lugano-Snl” in Lugano e “Cantiere Ernesto Riva” in Laglio (Como), in presentazione dello stato dell’arte nelle competenze tecnologiche, degli scenari probabili a breve ed a medio termine e di due esempi di quel che già può essere quotidianità in connubio fra lusso, ecologia e “design”. Apertamente all’“ecodesign” ed alle sue implicazioni – eh, no: spiacerà a qualche novello alfiere, ma un concetto del genere era già materia quotidiana per gli gli inglesi Edward Burne-Jones e William Morris all’epoca del movimento “Arts and crafts”, sul finire dell’800 – hanno fatto riferimento, in particolare, Agostino Ferrazzini (presidente Snl) e Daniele Riva (titolare dei “Cantieri Ernesto Riva”, ottavo livello di una dinastia familiare attestata sin dal 1771) durante l’illustrazione delle caratteristiche di due vettori destinati al trasporto passeggeri.
Tipologie distinte per identico obiettivo: da una parte l’“Ernesto”, un “runabout” – insomma, una lancia – da 7.65 metri per otto passeggeri su progetto dell’architetto navale Germán “Mani” Frers (presente ieri al bacino Snl in quartiere Castagnola) e vincitore del titolo quale “barca dell’anno” 2019 al “Salone nautico” di Genova; dall’altra l’“Elettra”, una vaporina in legno (era la barca dei nobili e dei patrizi d’alto rango ad inizio ‘900) da 9.90 metri per un massimo di 12 passeggeri, necessariamente rivisitata e sostenuta da due propulsori “Brushless” da 100 kiloWatt, alimentazione da doppio gruppo di batterie – 12 pezzi in tutto – da 600 Volt per 90 kiloWatt l’uno, sotto marchio “Ecovolta” che è divisione della “Ecocoach Ag” di Ingenbohl frazione Brunnen (Canton Svitto). Solo per dare un’idea: a condizioni ordinarie, l’“Elettra” è in grado di navigare per cinque-sei ore a velocità fra i 10 ed i 12 nodi (in equivalenza da miglia nautiche, circa 18-22 chilometri orari) e con punte sino a 13 nodi (24 chilometri orari), con emissioni sonore letteralmente azzerate. Sia l’“Ernesto” sia l’“Elettra”, nella circostanza, si sono lanciati nella circostanza sulla rotta da Lugano a Porto Ceresio (Varese) e ritorno.
Sciolta ogni eventuale riserva sulla propulsione elettrica, rilevata la funzionalità del sistema e stante il suo inserimento ideale nel sistema delle acque interne prealpine, sarebbe e sarà a questo punto da porsi un ultimo interrogativo: che fare? Dalla Snl, senza eccessi propagandistici, suggeriscono che la nautica elettrica è per prima cosa un’esperienza di navigazione. Per intuizione, esperienze sono quelle che si fanno e che poi, su esito positivo, si propongono. All’industria dell’accoglienza, agli operatori alberghieri, dunque, in funzione dei clienti cui possa essere gradita un’escursione sul lago, in pace con gli uomini e con i pesci; nell’attesa di altri passi sulla rimotorizzazione elettrica dell’intera flotta Snl, progetto quest’ultimo in sviluppo tra il 2020 (ma un’anticipazione rilevante è giunta nella scorsa estate, con la motonave “Vedetta 1908” sul Ceresio) ed il 2035.