Home CRONACA Studente scarso? Con un “Tichcoin” la salvezza è… assicurata

Studente scarso? Con un “Tichcoin” la salvezza è… assicurata

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(EDIT DI SABATO 2 APRILE, ORE 10.40: l’articolo non viene modificato nemmeno nelle virgole e rimarrà dunque agli archivi, ma era il nostro pesce d’aprile per il 2021. Spiacenti per qualcuno che ci aveva creduto e sperato…).

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Due mesi e mezzo, di fatto da oggi alla fine dell’anno scolastico, nei termini propri della fase sperimentale; e da settembre, qualora perduri la pandemia covidiana o di essa vi siano ancora strascichi significativi ovvero influenti sulla regolarità delle lezioni, un’applicazione metodica in stile da “whatever it takes”, quel che ci vorrà ci vorrà. È questa la formula prospettata oggi dai vertici del Dipartimento cantonale educazione-cultura-sport, e valida al momento per il ciclo dell’obbligo (scelto come contesto principe; scarne e scarse invero le probabilità di un’estensione ai percorsi post-obbligatori), per l’introduzione del progetto denominato “Tichcoin”. “Tichcoin”, cioè una sorta di valuta virtuale con cui gli studenti, grazie anche alla collaborazione dei docenti, potranno procedere con adeguata autonomia a “compensare” aritmeticamente le proprie note. In pratica: se si trova con non più di quattro note insufficienti – ma a scarto non grave o non gravissimo rispetto alla sufficienza – in prossimità della valutazione finale, l’allievo potrà liberamente “trasferire” eventuali margini utili di altre materie verso le materie in cui egli si ritrova insufficiente. Ci sono ovviamente alcune limitazioni: non è possibile uno spostamento da materia umanistica a materia scientifica, e dunque si procede per gruppi (nel segno dell’interdisciplinarietà, aspetto meritevole di considerazione e di apprezzamento); il limite per singola materia è fissato ad un punto (sicché l’eventuale “cinque” in italiano andrà a compensare il “tre” in una lingua straniera, ed avremo il “quattro” da una parte ed il “quattro” dall’altra); è inoltre fissato un tetto (tre punti) come massimo “bonus” utilizzabile; la scansione minima, infine, è pari a mezza nota; è chiaramente escluso l’utilizzo sulla sola nota media finale.

Assai bene viene speso, questo “Tichcoin”, nel momento specifico: siamo all’ultima pausa prima della volata verso l’estate, i responsabili dei singoli istituti sono stati informati già questa mattina ed entro la mezzanotte saranno partite le ultime “e-mail” informative al corpo insegnante, in realtà toccato per misura non rilevantissima dalla scelta strategica che è risposta pratica ad una serie di emergenze conclamatesi nel corso dell’anno scolastico: problematica (meglio: fallimentare, in quanto inesistente) la didattica a distanza, quotidiano il lardellamento dei tempi “in presenza” per effetto dei contagi tra gli allievi e delle reiterate quarantene; non ultimo è l’aspetto della responsabilizzazione, volendosi offrire ad alllievi di elementari e medie un’opportunità per autovalutarsi e per amministrare un bene virtuale loro conferito. Proprio all’“amministrare” hanno fatto riferimento i funzionari dipartimentali responsabili del progetto nel proporre anche un supporto multimediale in immagini e metafora: lo studente viene raffigurato ad un cacciatore rimasto con poche cartucce e ad un pescatore rimasto con pochi ami, ma con l’obbligo sia l’uno sia l’altro “di portare a casa la cena” e, quindi, di “riempire il carniere, o la cesta”, in questo caso con “elementi del sapere”. Lo stesso nome scelto, solo che lo si voglia percepire sino alle sfumature, sta ad indicare una serie di valori propri del progetto concepito ed affinato sul lungo periodo (da fonte ufficiosa, proprio oggi, si è appreso che una prima traccia di lavoro era stata presa in considerazione esattamente 12 mesi or sono, in piena prima ondata pandemica): c’è il “Ti” per “Ticino”, c’è il “Ch” per “Svizzera”, c’è il richiamo alla criptovaluta per eccellenza cioè il bitcoin; ma si legge “Ticc-coin”, come sarebbe la pronuncia di un “Teach-coin” laddove “teach” corrisponde ad “insegnare, insegnamento”. Didattica, autodidattica e formazione, tutto insieme.

I tempi di applicazione, questa la promessa, saranno elastici, diciamo sino agli ultimi 10 giorni di lezioni. Specifici “tutor”, nelle persone di insegnanti già operativi all’interno degli stessi istituti ma non coinvolti nel corso in cui si trova l’allievo, saranno deputati a fornire una consulenza. E chissà che il “Teachcoin”, pardon, il “Tichcoin” faccia anche… scuola.