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“Soshana” Schüller-Alberto Giacometti, in mostra i segni di un’amicizia

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Nove opere su carta, 27 tele e parte dell’epistolario diretto formano il cuore della mostra “I volti di Soshana e Giacometti. Memoria, assenza, trauma”, in proposta da domenica 4 luglio a domenica 29 agosto negli ambienti del “Centro Giacometti” in Comune di Bregaglia frazione Stampa (Strada cantonale 119). “Soshana”, al secolo Susanne Schüller, era nata a Vienna nel settembre 1927 da Alexander Fritz e Margarete (spesso trascritta come Margarethe) e nel marzo 1938, in quanto ebrea, con la famiglia fuggì verso ovest con tappe in Svizzera, a Parigi ed a Londra prima del rocambolesco approdo negli Stati Uniti dove si sposerà con il pittore Beys Afroyim (da lui il figlio Amos, grazie alla cui collezione sono disponibili i materiali ora fruibili dal pubblico); nel 1948 il primo utilizzo del nome “Soshana” in una mostra all’Avana (Cuba), per una mostra al Círculo de Bellas Artes dell’Avana; seguiranno il divorzio da Beys Afroyim, il ritorno a Parigi (anche stavolta con tappe multiple dall’Olanda alla Cecoslovacchia via Austria, Inghilterra e Polonia) e gli incontri con artisti quali Pablo Picasso, Constantin Brancusi, Alexander Calder, Moishe Segal ovvero Marc Chagall e per l’appunto Alberto Giacometti.

Proprio sulla “storia di un’amicizia”, prima che sulla poetica della pittrice, ha voluto far perno Virginia Marano, curatrice dell’esposizione che si struttura in tre aree ovvero la riflessione sul ruolo della memoria, il mistero dell’assenza ed il trauma della guerra. Di che sorprendersi, nella visita, per l’ampiezza della lezione che promana dalle opere e dal loro inquadramento concettuale. Allestimento sotto egida dello “Studio Alder Clavuot Nunzi Architekten GmbH” di Bregaglia frazione Soglio; organizzazione a cura degli “Amici del Centro Giacometti”; prestiti da Amos Schüller e da Josef Lamprecht; compartecipazione di vari enti quali patrocinanti; inaugurazione sabato 3 luglio, ore 15.00. In immagine, Susanne “Soshana” Schüller durante la cerimonia di assegnazione della “Croce d’onore austriaca per le scienze e per l’arte”, nel maggio 2010, cinque anni prima della morte in effetti avvenuta a Vienna nel dicembre 2015.

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