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Ansie da petrolio, sindromi cinesi, tremori europei. Ma lo “Swiss market index” regge

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 20.30) Pur in contesto nel quale gli operatori hanno continuato a tenersi al coperto, stanti le evidenze di situazioni da danno globale quali la crisi del colosso immobiliare “Evergrande” in Cina, la crescita del prezzo del petrolio e l’andamento del mercato del lavoro negli Stati Uniti, seduta non pessima alla Borsa di Zurigo dopo iniziale orientamento verso perdite pesanti; ormai consueti i temi, ossia freccia all’ingiù, difesa del difendibile, scarico di posizioni su cui sia stato possibile un sia pur minimo margine di lucro e riduzione dei pericoli conclamati ed interpretazione dei potenziali fattori di rischio, se del caso sino alla manifesta sottostima del valore dei singoli titoli. Al saldo, “Swiss market index” su quota 11’569.39 punti ovvero in limatura pari allo 0.15 per cento, qualche reazione dai minimi (in avvio, intero listino sotto pressione) e punte delle forbici fra il “più 1.28” per cento del titolo “Partners group Ag” ed il “meno 2.00” del valore “Compagnie financière Richemont Sa”. Non fortunati i tecnologici. Nell’allargato, in nuovo e giustificatissimo progresso (più 1.57 per cento) è “Stadler rail Sa”; formidabile recupero per “Molecular partners Ag” (più 12.31), in rafforzamento “Kudelski Sa” (più 2.08); di nuovo sussultorio il terreno sotto “One swiss bank Sa”, in cifre grosse passata da un “meno 25” per cento dell’altr’ieri ad un “più 40” per cento di ieri ad un “meno 8.42” per cento di oggi. Scostamenti nell’ordine di un decimale a New York. Cambi: a precipizio l’euro, ora sui 107.19 centesimi di franco; 92.81 centesimi di franco per un dollaro Usa; volante il controvalore teorico del bitcoin, ora a 50’896.77 franchi per unità. In lieve calo i prezzi del petrolio: barile Brent ad 81.30 dollari Usa, barile Wti a 77.75 dollari Usa.