Oltre alle forze dell’ordine locali, e già in ampio dispositivo, erano stati chiamati rinforzi della Polizia di Stato dal Quinto reparto mobile di Torino, dal Sesto reparto mobile di Genova ed altri effettivi da reparti inquadrati dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza; per di più, attorno alla struttura ed all’interno della struttura c’erano almeno due altre fase concentriche di controllo. Il peggior scenario possibile, dal punto di vista di uno che ne voglia combinare qualcuna; non è allora chiaro che cosa intendesse fare, martedì scorso, il 22enne marocchino che, benché privo di biglietto, ha tentato di infilarsi nella massa dei tifosi in movimento sull’accesso allo stadio “Giuseppe Sinigaglia” di Como, in coincidenza con la partita di calcio Como-Milan, passando in qualche modo al primo dei tornelli ma finendo sùbito tra le braccia degli agenti. Al momento dell’identificazione, il soggetto è risultato clandestino su suolo italiano – aspetto sul quale è in corso una valutazione a parte – e si è ritrovato sulla testa una denuncia per l’atto compiuto; automatica anche la notifica di un obbligo specifico (è il cosiddetto “Daspo”, divieto di accesso ad impianti sportivi) per il periodo di due anni.