Nel tempo in cui la sua carriera aveva già assunto una dimensione internazionale, in teatro ed in tv, era stata aggredita da un cancro al seno; e l’aveva combattuto, e l’aveva vinto, ed era diventata anzi un emblema per le donne che si trovano ad affrontare questo dramma, riprendendo a cantare e mai risparmiandosi quando le venisse chiesto – era accaduto ancora pochi giorni or sono, alla “Sant’Anna” di Sorengo, nel programma dell’“Ottobre rosa” sulla prevenzione – di partecipare, in voce lirica ed in testimonianza, ad eventi benefici per sensibilizzare su questa e su altre patologie tumorali. Su di lei, dietro all’angolo, un altro destino ed egualmente feroce: in un frontale avvenuto alle ore 10.15 di ieri sulla Bundesstrasse 180 nei pressi di Tösens (Austria, Land Tirolo, Distretto di Landeck) ha perso la vita ieri Giuliana Castellani, mezzosoprano, 40 anni di cui 25 – con qualche pausa – sulle scene. Schianto frontale, stando alle prime e frammentarie note di cronaca, con una vettura che procedeva nella direzione opposta ed a bordo della quale si trovavano un 34enne ed un 35enne, entrambi cittadini austriaci. L’artista, stando a riscontri di cronaca sull’evidenza dei soccorsi, è deceduta sul colpo così come tra le lamiere della vettura è morto anche il cane che di Giuliana era compagno inseparabile; traumi e gravi lesioni hanno riportato anche i due uomini, entrambi trasferiti d’urgenza al vicino ospedale di Zams. A causa dell’incidente la B180 è rimasta chiusa al traffico per oltre due ore.
La notizia della morte di Giuliana Castellani è rimbalzata in Ticino nel tardo pomeriggio di oggi e sta suscitando largo e sentito cordoglio soprattutto negli àmbiti che l’artista aveva iniziato a frequentare giovanissima, da allieva della soprano Maria Grazia Ferracini, talento cristallino in prima esibizione pubblica al “Palacongressi” di Lugano quando la ragazza, locarnese per nascita, all’anagrafe denunciava soli 15 anni. Corde naturali ma non solo: nel “curriculum” c’era un diploma in pianoforte ottenuto a Como. Poi, le esperienze: anche in duo, ma con particolare efficacia nell’evidenza di un ruolo che solitamente è deuteragonistico – la “condanna” del mezzosoprano, si suol credere – e che invece Giuliana Castellani sapeva “marcare” in modalità vibratili, conferendo ad esempio una pienezza positiva alla figura di Angelina nella “Cenerentola” rossiniana. Dal piacere del canto, e per meglio dire dall’allietare con il canto, oltre che dalla memoria formidabile l’artista fu portata ad un repertorio dalla varietà inconsueta, studio su studio, esperienza su esperienza. La prova della malattia, affrontata con straordinaria determinazione, aveva restituito al Ticino una Giuliana Castellani ancora più profonda ed ancora più coerente nell’esprimere arte e passione.
Di lei, di questa donna che tanti avevano imparato ad ammirare, vengono a mancare d’improvviso i pensieri, le riflessioni, il talento ed il sorriso.