Guai a banalizzare, ma santa pace: possibile che ai giorni nostri si dia credito ad un tizio che dice di palleggiare un “tot” di strumenti finanziari in modo tale da garantirti un margine utile annuo al 14 per cento secco, se proprio va male, e più probabilmente il 20, ma che diciamo 20, facciamo 23, meglio 25, e su questo prodotto arriviamo al 30, e qui anche al 35, tre anni e vai al raddoppio del capitale, pulito pulito? E chi davvero conosceva questo soggetto, cioè chi aveva chiesto notizie sulla sua formazione e sulle sue competenze, ché quanto asserito sui risultati sicuri e sulle strategie avrebbe dovuto indurre perlomeno ad una sana diffidenza, a men che tra di noi vi fosse il cugino di Warren Buffett (il cugino più intelligente, tra l’altro) ed allora stupidi noi a non averlo incontrato prima? Risposta uno: possibile sì, ed infatti parecchi gli avevano messo in mano soldi ballanti e sonanti. Risposta due: al “curriculum”, ecco, pare che nessuno avesse fatto caso, e poi un po’ di discrezione, suvvia, non si domanda l’età ad una signora e non si dubita del consulente che è così cristallino nel presentarsi persino sul “web”, no?
Ecco, su di lui un dubbio era invece legittimo. Lo dicono al ministero pubblico, nel dare oggi notizia dell’arresto – è storia risalente a qualche giorno addietro – di un 32enne italiano residente nel Luganese: reati finanziari, in serie, si ipotizza chiamando in causa qualche chilata di pagine del Codice penale, dall’appropriazione indebita alla truffa, dall’amministrazione infedele al riciclaggio di denaro per restare ai fondamentali e la lista potrebbe arricchirsi – l’unico arricchimento nell’intera vicenda, dunque – di altro già sul breve o sul medio termine. “Ingenti”, ed il virgolettato giunge dalla magistratura, “ingenti” le somme di denaro raccolte facendosi perno su un portale InterNet con dominio “.ch” e che fungeva da trampolino verso una normale società anonima di riferimento. Uffici nel Luganese, la risultanza prima; e okay. La sede legale? Esistente, sì: nel Canton Zugo, pardon, sùbito dopo in trasferimento nel Canton Grigioni, pardon, altro passaggio di frontiera interna e ricapitolazione sul Canton Ticino. Il che, si precisa, illecito non è. La cosa potrebbe tuttavia deporre non benissimo agli occhi degli investitori, cui ancor meno piacerà una seconda parte della storia: “I valori patrimoniali via via ottenuti sarebbero in realtà serviti a finanziare uno stile di vita costoso o a remunerare gli interessi di precedenti creditori”, riferiscono in sintesi gli inquirenti sulla scorta delle prime evidenze di indagine. Oh, il vecchio trucco dello “schema Ponzi”; oh, la vecchia storia della toppa ritagliata oggi da un altro vestito su cui bisognerà mettere domani una toppa ritagliata et cetera et cetera.
Nelle mani degli inquirenti è già finita una quantità di documenti sequestrati; per l’esame completo dei materiali sotto coordinamento del procuratore pubblico Nicola Borga servono tempo e pazienza. Unica certezza, al momento, dall’essere il 32enne in carcere dopo conferma della restrizione della libertà da parte del giudice dei provvedimenti coercitivi. L’entità delle presunte malversazioni non è nota.