Home CRONACA Risorse concentrate, rivoluzione (a tempo) per la sanità cantonale

Risorse concentrate, rivoluzione (a tempo) per la sanità cantonale

382
0

C’è un Ticino da salvaguardare, nel tempo coronavirale, in termini di efficienza dei servizi. Nell’industria, nella scuola, negli ospedali; e su quest’ultimo aspetto, “perché prioritaria è la funzionalità del sistema” proprio “mentre ci giungono notizie sulla sofferenza della pur eccellente sanità in Lombardia”, decisioni rilevanti ha annunciato nel tardo pomeriggio Raffaele De Rosa, consigliere di Stato con competenza sulla materia. Provvedimenti strutturali, quelli indicati e che sono immediatamente esecutivi, nel senso letterale del termine ossia in ragione del fatto che essi investono varie strutture:

sospese le unità di neonatologia e di ostetricia della “Carità” a Locarno, con trasferimento a Bellinzona;

sospese le unità di neonatologia e di ostetricia del “Beata Vergine” a Mendrisio, con trasferimento a Lugano;

urgenze in carico ai quattro nosocomi sotto ombrello dell’“Ente ospedaliero cantonale” ovvero “Beata Vergine” in Mendrisio, “La carità” in Locarno, “Civico” in Lugano e “San Giovanni” in Bellinzona, oltre che alla “Clinica luganese Moncucco” in Lugano ed alla “Clinica santa Chiara” in Locarno;

chiusura del servizio di Pronto soccorso all’“Italiano” di Lugano e nelle due unità esterne afferenti al “San Giovanni” di Bellinzona, ossia nelle sedi di Faido e di Acquarossa.

Principio ispiratore dell’intervento, come Raffaele De Rosa ha giustamente sottolineato, è la redistribuzione di risorse umane laddove esse meglio servono e serviranno, potendosi immaginare una crescita delle necessità ma nessuno essendo in grado di quantificare le esigenze in termini di letti “acuti”, di ricoveri e di allocazioni nei reparti di terapia intensiva. In altre parole, bisogna evitare ad ogni costo il collasso del sistema e, per meglio dire, è il caso di evitare financo di avvicinarsi ad una soglia di rischio. Gli interventi sono ovviamente da intendersi come “temporanei”, nel segno dell’“adattamento costante”, e soprattutto “a salvaguardia delle persone più anziane”.