Home ECONOMIA Refoli di “crack” dall’Asia, Borse europee sotto pressione (ma New York no)

Refoli di “crack” dall’Asia, Borse europee sotto pressione (ma New York no)

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 19.12) In deciso arretramento, quasi che l’effetto delle ultime notizie in materia di strategie internazionali sul credito sia già stato smaltito mentre resta sul tappeto l’incognita del colosso cinese “Evergrande” (possibile, quasi probabile “crack” per insolvenza, sciagura nell’immobiliare ma anche tra quanti avevano alimentato il sistema con esposizioni nel credito), l’indice primario alla Borsa di Zurigo in seduta sulla quale ha pesato la scarsa propensione a piazzar denaro persino su poste solitamente redditizie nel breve periodo. Lo “Swiss market index”, sempre sotto il pelo dell’acqua, ha chiuso ad 11’817.20 punti, con perdita pari all’1.02 per cento (meno 0.99 per cento sui sette giorni, meno 5.00 per cento nelle quattro settimane), trovando vaga consolanza resiliente nel solo comparto finanziario (“Credit Suisse group Ag”, più 0.92 per cento; “Ubs group Ag”, più 0.44) per quanto si possa goder di simile delettoso pianto dopo i franamenti dell’ultimo periodo; in coda “Givaudan Sa” e “Partners group Ag”, entrambi con flessione attorno al tre per cento. Pressione anche sull’allargato, dove l’intero mese di settembre è stato caratterizzato da sbalzi perlopiù riconducibili alle scarse quantità negoziate. Dalle altre sedi di contrattazione: Dax-30 a Francoforte, meno 0.72 per cento; Ftse-Mib a Milano, meno 0.43; Ftse-100 a Londra, meno 0.38; Cac-40 a Parigi, meno 0.95; Ibex-35 a Madrid, meno 0.04. Più serena New York, oscillante attorno alla parità con scarti massimi nella misura di un decimale. Stabile sui 108.3 centesimi di franco il cambio per un euro; a 92.43 centesimi di franco il cambio per un dollaro Usa; sui 38’871.53 franchi il controvalore teorico di un bitcoin.