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Pornografia con minori via “Smartphone”, 11 sotto denuncia in Ticino

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I contatti, chissà sino a dove, chissà con quanti, chissà da quando, e chissà per quanto ancora se sulle pur labili tracce non si fossero mosse le autorità inquirenti, Ufficio federale di polizia il referente principe, sicuramente impressionante la mole delle acquisizioni necessarie per definire almeno i contorni di un fetido pelago melmoso in cui si contorcono merde disumane – discorso che vale in ispecie per i maggiorenni – che con la pornografia minorile si dilettano, che della pornografia minorile fanno scambio, che sulla pornografia minorile lucrano. Delle dimensioni del caso in generale non si ha contezza, ma se tanto ci dà tanto possiamo ragionare su numeri da paura e su orrore in misure abissali: solo in Ticino, ripetiamo, nel solo Ticino sono 11 le persone fermate, interrogate e denunciate sul primo esito di un’operazione specifica di controllo e che, come riferisce il portavoce della Polcantonale, si è materializzata giovedì 9 gennaio in varie località di Mendrisiotto, Luganese, Bellinzonese, Locarnese e Riviera. I soggetti sui quali grava un’enorme mole di sospetti sono sette adulti e quattro minoi che, a rigore di addebiti mossi, hanno condiviso materiale pornografico “raffigurante atti sessuali con fanciulli”, e di rado la rappresentazione testuale è infedele ai fatti quanto in questo caso. Il trasferimento di materiali sommariamente afferenti alla pornografia “illegale” ha avuto luogo per tramite di reti sociali, “chatroom” o “chat” a-tu-per-tu o sistemi di messaggeria istantanea.

Il coinvolgimento di altre persone, peraltro, è da non escludersi, risultando dalla stessa nota-stampa diffusa che i traffici di materiale pornografico hanno avuto luogo con “terzi”, presumibilmente fuori dal territorio cantonale o da quello svizzero. Al vaglio degli inquirenti – titolari dell’incarto sono la procuratrice pubblica Valentina Tuoni ed il magistrato dei minorenni; pornografia l’addebito contestato – anche le posizioni dei cosiddetti “terzi” con cui gli 11 indagati hanno sicuramente interloquito. In forza di perquisizioni condotte negli ambienti frequentati dalle persone ora sotto inchiesta, individuati, raccolti e posti sotto sequestro numerosi dispositivi elettronici fra “tablet”, cellulari e “computer”; il contenuto delle memorie è oggetto di attenzione e di analisi da parte degli specialisti.