da Maruska Ortelli, consigliera comunale in Lugano, Lega dei Ticinesi
Sul “Corriere del Ticino”, nei giorni scorsi, è stato intervistato Luca Cattaneo, neopresidente della Commissione petizioni a Lugano. In tale intervista sono state espresse critiche sia alla Commissione sia ad alcuni membri della stessa, membri che – a parere dell’intervistato – non evaderebbero con adeguata celerità gli incarti loro assegnati. Riflessione. Ogni richiesta di naturalizzazione è da analizzarsi in tutti i particolari; l’essere “integrati” non è dato dal solo superamento dell’esame di civica, con apprendimento a memoria di quanto contenuti negli opuscoli messi a disposizione dal Comune; non si è dunque “integrati” in ragione del riuscire a ricordare il nome del fiume, o della valle, o del consigliere di Stato. La persona che voglia diventare svizzera è tenuta invece ad essere integrata – qui senza bisogno di virgolette – nella nostra cultura, nel nostro modo di vivere, nel nostro mondo del lavoro. E, si consenta, tale candidato è tenuto a parlare correttamente la nostra lingua.
Per contro, e purtroppo, spesso si percepisce un’evidenza: la richiesta viene formulata non per amore di Patria (di una nuova Patria), ma quale mera opportunità di acquisire diritti maggiori e possibilità che magari, da stranieri, non si hanno. Poco importa allora se a Lugano le richieste pendenti sono più di 100: la Commissione ed i suoi membri devono poter continuare a lavorare in modo serio, analizzando sino ai minimi particolari ogni richiesta di naturalizzazione, e senza nulla (leggansi sottocommissioni ed altro) inventare. Il lavoro e le urgenze, del resto, non mancano nemmeno nelle altre commissioni, e si pensi alla Gestione, all’Edilizia, alle Pianificazioni; come già detto, tuttavia, prima che giunta all’attenzione del Legislativo ogni messaggio municipale è da analizzarsi con attenzione.
Nulla di più, e nulla di meno.