Due passi in avanti nelle indagini sulla morte di Carmela Fabozzi, la 73enne trovata cadavere nella serata di venerdì all’interno dell’abitazione di via Luigia Sanvito in Malnate (Varese). Nell’attesa dell’autopsia, accertamento tecnico fissato per domani, gli inquirenti sembrano sempre più orientati a percorrere la pista dell’atto omicidiario, vale a dire dell’atto compiuto da terzi e, si potrebbe anche supporre, non per accidentalità ma con determinazione; a suggerire tale ipotesi sarebbero, in particolare, le lesioni riscontrate sulla testa dell’anziana, lesioni destinate ad incontrare scarso se non nullo riscontro sul fronte dell’incidente domestico (malore e caduta, con urto del capo contro spigoli di tavolo o elettrodomestici) mentre ben maggior consistenza pare trovare la ricostruzione secondo cui più colpi sarebbero stati inferti con un oggetto contundente. Secondo elemento di interesse: da indiscrezioni risulta che dall’abitazione è sparito il telefono cellulare di proprietà dell’anziana, aspetto da vagliarsi ancorché sia anche oggi in corso una perquisizione accurata da parte di effettivi dell’Arma dei Carabinieri. Lo sforzo investigativo, in queste ore esplicato su colloqui con numerose persone nell’“entourage” quotidiano della vittima, ha condotto già a definire almeno un elemento contestuale sempre nel caso di omicidio si debba parlare: Carmela Fabozzi, che era rimasta vedova da alcuni anni e che viveva sola (il figlio ha domicilio e lavora in Svizzera), avrebbe infatti aperto spontaneamente al suo futuro carnefice; ciò potrebbe ridurre la lista dei sospettabili alla sfera delle relazioni dirette o di secondo livello al massimo.