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Ma quale bigiotteria, erano perle da 10’000 franchi il chilo: sequestro in frontiera

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Perline da decorazione non erano, perline da bigiotteria nemmeno. Da ricondursi al controvalore sull’equivalente di 135’000 franchi circa, invece, il carico di perle coltivate – peso di poco inferiore ai 14 chilogrammi, contenitore uno scatolone, alloggiamento tra i bagagli personali di un tizio in transito a Chiasso verso l’Italia sul più comune tra i “Tilo” – cui operatori della Guardia italiana di finanza in Como frazione Ponte Chiasso si sono trovati a dedicare attenzione, qualche giorno fa, avendo il viaggiatore sostenuto di non avere con sé merce da dichiararsi. Ricostruzione: tempo primo, cioè ad avvenuta scoperta del carico in parte confezionato su matasse di fili ed in parte semplicemente insacchettato, il soggetto ha affermato trattarsi di cose dal relativo valore e, in assenza di fatture a comprova, si è impegnato ad inviare un documento commerciale entro breve; tempo secondo, effettiva trasmissione della fattura – cifra sull’equivalente di 7’000 franchi, centesimo più, centesimo meno – risultata tuttavia corrispondente solo per la quantità della merce ma non per la tipologia, e cioè non per il peso non per il colore non per la forma non per le dimensioni non per la lucentezza; tempo terzo, a cura dei citati operatori della Guardia di finanza, richiesta di perizia gemmologica; tempo quarto, la conferma – previa analisi di “buon numero di campioni” – del trattarsi in parte di perle del tipo “Akoya” ed in parte di perle del tipo “South sea”, roba di qualità, prezzo di mercato come all’“incipit”. Prodotto dunque messo sotto sequestro; contrabbando ed evasione dell’Imposta sul valore aggiunto gli addebiti mossi all’uomo nella denuncia.