Sulla scena erano in tre; uno di loro non entra in linea di conto, essendo egli giunto a cose già avvenute, e difatti vale per lui un decreto di abbandono in assenza degli elementi soggettivi del reato ipotizzato; sugli altri due, invece, da oggi gravano decreti di accusa, in un caso per abuso di autorità e nell’altro sia per abuso di autorità sia per vie di fatto. Trova sbocco in atti del procuratore generale Andrea Pagani la vicenda occorsa poco più di quattro mesi or sono nel dedalo del “Quartiere Maghetti” in Lugano e che fu anche documentata, oltre che interpretata in vario modo, con un video a circolazione su piattaforme “social”: intorno alle ore 23.00 di lunedì 28 dicembre 2020 alcuni effettivi in forza alla Polcom intervennero – e sta scritto anche nell’odierna nota-stampa di fonte ministero pubblico – in séguito ad un “potenziale assembramento” ed alla “constatazione di schiamazzi notturni”; a parere dell’autorità inquirente, il comportamento di due elementi delle forze dell’ordine sarebbe stato incongruo, o non proporzionale, o non adeguato a quanto emerso, in particolare per quanto concerne l’avvenuto ammanettamento di uno fra i presenti.
E qui la vicenda è da ripercorrersi a ritroso: nell’immediatezza dell’accaduto furono proprio fonti della Polcom Lugano a fornire una ricostruzione dalla quale emergerebbe – ma è ovviamente tesi di parte; vedremo se ed in quale misura essa sarà riproposta o ribadita nell’eventuale sede processuale – l’effettiva esigenza di un’azione come fu quella condotta dai due agenti ora sotto decreto d’accusa; in particolare, l’assembramento sussisteva (con una diecina di presenti, senza distanziamento sociale, con uso solo parziale – o nullo – delle mascherine) ed il disturbo della quiete pubblica era indiscutibile (musica ad alto volume dagli altoparlanti di un apparecchio); per di più il soggetto poi messo in manette – trattasi di figura nota alle forze dell’ordine, e nello specifico di un minorenne iraqeno considerato responsabile di vari reati – avrebbe reagito sfidando “fisicamente” i poliziotti, e “cercando lo scontro”, e reagendo in modo aggressivo con il tentativo di trascinare a terra uno degli agenti previo strappo di una porzione dell’uniforme. Ma la questione, sempre stando ai vertici della Polcom Lugano, si sarebbe risolta in breve tempo, atterramento ammanettamento riconduzione del giovane alla posizione eretta; ci sarebbe di mezzo anche un altro aspetto, cioè precedenti intercorsi – oh, di sicuro per un preconcetto dei poliziotti; chi potrebbe dubitare di ciò? – fra l’iraqeno ed i due agenti intervenuti. Circa gli altri, fu detto di transenna, sanzione causa infrazione alla Legge sull’ordine pubblico e denuncia per contravvenzione in urto all’articolo 13 dell’“Ordinanza Covid-19”; ma quello, come si capisce, nella vicenda fu un rivolo. Proposte di condanna: per uno dei poliziotti, 60 aliquote giornaliere; per l’altro, 30 aliquote giornaliere; in entrambi i casi, sospensione condizionale per un periodo di prova pari a 24 mesi. Ma non solo: gli agenti dovrebbero pagare anche una multa, tasse e spese giudiziarie.
A sensazione, storia che non si chiuderà qui.