Home CRONACA Lavoro ridotto, profumo di truffa: sette italiani in stato di fermo

Lavoro ridotto, profumo di truffa: sette italiani in stato di fermo

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 11.09) Sette persone, età compresa fra i 33 ed i 57 anni, tutte con passaporto italiano, sono in stato di fermo da ieri sulla scorta di evidenze pertinenti a truffe che sarebbero state perpetrate in àmbiti quali le assicurazioni sociali e/o l’aiuto sociale con riferimento a provvidenze distribuite durante il “periodo Covid-19”. A truffe (e, in subordine, a prestazioni ottenute in modo illecito) si richiamano in effetti gli addebiti per ora solo ipotizzati nel “dossier” di cui è titolare il procuratore pubblico Claudio Luraschi, bersaglio primario – e qui, a chiarimento di voci circolate, vale il testo della nota-stampa diffusa stamane – “un gruppo attivo nel settore dei viaggi”. Aggiungiamo il fatto che gran movimento fu percepito e visto ieri nel Mendrisiotto, dove ebbero infatti luogo perquisizioni, interrogatori e sequestri di materiali, e si giunge al nome della “Lm group” che meglio risulta alla memoria come “Lastminute.com” e che come “Lastminute.com Nv” è tra l’altro quotato alla Borsa di Zurigo, ramo viaggi con vendita “online”: per meglio dire, l’attenzione è puntata su tre realtà (“LmNext Ch Sa”, “Bravometa Ch Sa” e “BravoNext Sa”) tutte controllate dal citato gruppo.

E si sbaglia di grosso chi pensi che, nel nome della tecnologia quale supporto 24 ore il giorno, la vendita di pacchetti via InterNet sia gestibile per tramite di una manciata di operatori; fra l’una e l’altra e l’altra società entrano in gioco circa 500 collaboratori. Peraltro: ad informazioni ormai acquisite da parte della stampa, in tarda mattinata di oggi giunse anche una conferma dai vertici “Lm group” con indicazione dell’essere gli indagati in parte ex-dirigenti ed in parte figure di riferimento tuttora nella struttura. Sono nomi grossi: ad esempio Andrea Bertoli, titolare delle funzioni operative, e Fabio Domenico Pasqualino Cannavale, primo promotore oltre che “deus ex machina” delle aziende. Per tutti, e meglio per ciascuno considerandosi anche la complessità degli intrecci nei Consigli di amministrazione e nei quadri delle società coinvolte, vale la massima presunzione della massima innocenza; e, del resto, “gli accertamenti sono finalizzati a comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale”.

Serve delicatezza, dunque, nell’affrontare la questione, considerandosi in prima battuta l’entità dei sussidi pubblici percepiti nel complesso su un periodo di due anni ovvero tra marzo 2020 e febbraio 2022: si parla infatti di oltre 28 milioni di franchi, e nelle pieghe qualcosa potrebbe essere andato in modo non congruo e non conforme. Sull’altro piatto della bilancia, e nemmeno questo è da sottacersi, resta il fatto che l’attività investigativa è in corso “da mesi” e che gli interventi posti in opera ieri dagli agenti – sul campo Polcantonale, Polcom Chiasso, Polcom Mendrisio, Polcom Lugano, Polintercom Ceresio-nord, Polintercom Torre di Redde e Polcom Bellinzona – sono conseguenza di tale azione di indagine. Vige il segreto istruttorio, vige anche l’esigenza di aspettare che il “corposo materiale raccolto” (cit.) sia esaminato e valutato. Storia che si farà lunga, temiamo.