Sì, ma certo che la battuta ci è venuta in testa all’impronta: finalmente i caschi bianconeri si dotano di Kaski. Ma sì, certo che al neoacquisto i tifosi della “Resega” potranno dire che “Qui Kaski bene”. Abbiamo finito con il repertorio delle finlandate che in qualche modo suonano interpretabili in italiano? Finito. E c’è davvero uno che si chiama Kaski, nel futuro prossimo dell’Hockey club Lugano ovvero per la massima serie elvetica? Ce lo dicono, oggi, i grandi capi: Oliwer Kaski, 27 anni a settembre, 190 centimetri per 89 chilogrammi, originario di Pori e pertanto quasi naturale prodotto della filiera Assät, sarà disponibile per due stagioni e diventa quindi il quarto straniero della squadra a fianco di Troy Josephs, Mark Arcobello e Daniel Carr. Figlio di Olli Kaski, che giocò nello stesso ruolo sino alla fine del millennio scorso orbitando ai massimi livelli tra Finlandia, Svezia e Germania, il giocatore ha messo in bacheca un oro mondiale, un argento mondiale ed un titolo in Khl con l’Avangard Omsk; e occhio, non sembrava un predestinato, solo nella stagione 2018-2019 il salto di qualità attestato da 21 goal e 34 assist in 65 partite con la maglia dei Pelicans Lahti, quarto approdo dopo le citate giovanili all’Assät Pori e transiti all’Hifk Helsinki ed al Kiekko-Vantaa; progresso forse da taluni intuito, ma che lo stesso Oliwer Kaski non era riuscito a garantire né durante un’esperienza ai Dallas Penguins “Under 18” di Plano (Texas, Stati Uniti), né nell’annata intera (più scampolo di quella successiva) con i Broncos della Western Michigan university di Kalamazoo (Ncaa-1).
Com’è che un simile elemento giunga ora a Lugano, beh, in qualche modo si intuisce. A livello Nhl i diritti appartengono ai Carolina Hurricanes, ma il massimo del viaggio compiuto tra i “pro” statunitensi è configurato in 54 partite di American hockey league, per un terzo ai Grand Rapids Griffin e per due terzi ai Charlotte Checkers; molto valido il biennio in Khl. Che ai Carolina Hurricanes siano messi così bene da poter rinunciare ad un Oliwer Kaski non si crede, mentre si crede – e non per atto fideistico – all’esigenza del giocatore di cambiare aria. Et voilà, gioco fatto; per quanto si possa supporre anche che il contratto sia intriso di clausole e clausolette, a tutela dell’una e dell’altra parte.