Cambia cambia (assetto, organico, strategia), quel che all’AmbrìPiotta non cambia è il risultato: niente ironie, ma qui le sconfitte grandinano e la conseguenza sta nel sempre più ampio divario rispetto a quelli che ti precedono e che tu sai essere destinati ad occupare un posto nel “play-off”, o nel pre-“play-off”, in ogni caso a godersi i privilegi emozionali – che altro è la corsa al titolo, per quanto tu sia l’ultimo ad aver staccato il biglietto per il grande ballo? – a te spettanti. Evidenza della serata in massima serie hockeystica elvetica, ospite lo Zugo di cui si far un bel parlare nelle ultime ore causa rientro di Grégory Hofmann dai Columbus Blue Jackets della Nhl (esperienza così così, “Non avvertivo fiducia intorno a me”. Come diceva Giulio Cesare, meglio l’essere il primo in questo piccolo villaggio che il secondo a Roma): gran prova sino all’ultima pausa, poi incapacità di reggere quando gli avversari alzano ritmi e pressione di quel paio di tacche, ribaltamento dell’inerzia, vantaggio che sfuma e si dissolve, ed al supplementare basta un “flatus vocis” per costringerti a ritirare il referto dalla parte sbagliata.
Il primo punto dell’anno 2022 nell’esperienza dei biancoblù è insomma un’altra botta di amarezza, ché le cose si complicano e che du’ palle, dicono quelli che non riescono ancora a fare il callo alle traversie ed alle disavventure del Calimero discatorio in landa rossocrociata. Vedasi svolgimento: con lo statunitense Steve Moses (prestitone dell’ultim’ora dai RapperswilJona Lakers, elemento tuttavia non schierabile contro i sangallesi stessi ed invece da loro richiamabile in qualunque momento) sin da sùbito in primo blocco offensivo a fianco di Peter Regin e di Petr Cajka, leventinesi a bersaglio con Dario Bürgler (1.29) ed Inti Pestoni (19.44), qui su assist di Michael Fora. Quadro immutato nella frazione centrale, pur in chiara reazione degli ospiti al raddoppio nella produzione offensiva; 20 parate all’attivo di Benjamin Conz.
Dai, è fatta, stavolta non ce n’è per nessuno; ed invece lo Zugo si mette di buzzo buono, sfodera un quarto del suo armamentario d’attacco, inizia a fulminare come se non ci fosse un domani, nell’ultimo parziale saranno 22 i tiri degli ospiti contro una manciatina da parte dell’Ambrì; quel che è peggio, cavando le due reti sino al pareggio (45.53, Fabrice Herzog su assist di Marco Müller fresco firmaiolo con il Lugano; 51.24, Jan Kovar con il contributo del ticinese Dario Simion di rientro da lunga convalescenza dopo operazione ad una gamba; necessaria anche una verifica video). 2-2, prolungamento, ispiratore ancora Marco Müller, sigillo di Samuel Kreis, 61.14 e tutti a casa. Stato del reale: ora la boa di riferimento si chiama Berna, distanza cinque lunghezze ma avendo gli “Orsi” disputato tre incontri in meno, in media punti un disavanzo che induce al dubbio. Mah, eh, certo che. Nell’altro incontro rimasto in calendario per la serata, affermazione (4-0) del ServetteGinevra sul Davos con firme di Richard Tanner (4.17), Sami Vatanen a cinque-contro-quattro (22.11), Marc-Antoine Pouliot (31.36) e Josh Jooris in “power-play” (47.08).
La classifica – FriborgoGottéron 71 punti; RapperswilJona Lakers 67; Zugo 65; BielBienne 64; Davos 62; Zsc Lions 61; Lugano 51; ServetteGinevra 47; Losanna 46; Berna 45; AmbrìPiotta 40; Scl Tigers 32; Ajoie 18 (AmbrìPiotta 36 partite disputate; RapperswilJona Lakers, BielBienne, Davos, Zsc Lions, Scl Tigers 35; FriborgoGottéron, Lugano, ServetteGinevra, Ajoie 34; Zugo, Losanna, Berna 33).