L’attività continua (e chi ne avrebbe dubitato?), ma non più nel novero delle ticinesi. Trova pieno riscontro quanto pubblicato ieri dal “Giornale del Ticino”: dopo tre stagioni consecutive in Terza lega gruppo 1-est, categoria che per quanto riguarda il Ticino era stata “rigenerata” d’ufficio nell’estate 2019 con la fusione fra Terza e Quarta lega, l’Hockey club Locarno scende di livello per autoretrocessione secondo scelta della dirigenza societaria e viene iscritto pertanto in Quarta lega, area Est, gruppo 1 o gruppo 2; ciò significa che, quali avversarie, la compagine verbanese avrà sole squadre della Svizzera interna, con trasferte anche impegnative in termini di chilometraggio.
A sorpresa, poche ore dopo l’uscita della notizia sul “Giornale del Ticino” ed a distanza di 10 mesi e mezzo dall’ultima informativa lì edita, ecco comparire una notula di conferma sulla pagina “Facebook” della stessa società: “Dopo due anni tormentati da Covid-19 e da altre disavventure”, ripresi gli allenamenti estivi “in vista di un nuovo inizio per la società”. Nuovo inizio, e difatti: “Dopo anni complicati in Terza lega, la società ha deciso di intraprendere una nuova via che si concretizza nell’iscrizione alla Quarta lega Ost-Schweiz”, partecipazione “che comporterà nuove esperienze oltre San Gottardo”. In coda, le ragioni giustamente addotte per quanto da prendersi come tesi unilaterale: “Secondo la società, questa è stata la soluzione migliore per ricominciare a fare dell’hockey quello che dovrebbe essere: un divertimento”. Ed allora buon viaggio, dovendosi nel frattempo lamentare lo spopolamento della Terza lega “nostrana”: tolto il Locarno, sette le realtà tuttora operative stante l’osmosi tra Chiasso (retrocesso dalla Seconda lega) ed Ascona (salito in Seconda lega, dove si trovano anche GdT2 Bellinzona e PregassonaCeresio Redfox); nel gruppo 1-est di Terza lega rimarrebbero ed anzi rimarranno soltanto Nivo (che è poi l’aggregazione di organico tra Osco e Nivo, permanendo l’Aso Osco come società formalmente inattiva), ValleVerzasca Rivers, ValleMaggia Rivers, Cramosina, Blenio e Lodrino.
Per carità: è una base solida, con qualche realtà più orientata a rappresentare “di bandiera” il territorio e con qualche altra struttura con sviluppo formativo accentuato; chiara resta però la preminenza del Sopraceneri sul Sottoceneri, che anzi sarebbe rimasto fuori dai giochi (incredibile, considerandosi la varietà di espressioni hockeystiche nel territorio) nel caso il Chiasso si fosse salvato o avesse goduto di un ripescaggio.