1’123 interventi nel solo periodo compreso tra fine maggio ed inizio luglio, 448 esemplari salvati, e la prova di una collaborazione ben riuscita sul campo tra agricoltori e cacciatori. Numeri ed evidenze rilevantissimi, dall’Ufficio caccia-pesca del Canton Grigioni, per quanto riguarda la campagna di salvataggio dei cuccioli di capriolo mediante l’utilizzo – una “prima” assoluta, se si esclude la fase dei “test” condotti nell’estate 2018 in Bassa Engadina – di droni dotati di termocamere. “Successo moltiplicato, basandoci per ora sui valori empirici raccolti, e motivo indiscutibile per estendere il progetto ad altre regioni, con l’acquisto, nel 2020, di altri droni” oltre ai 19 già in disponibilità, come indica Adrian Arquint, responsabile della struttura competente. Aree sottoposte a controllo: Prettigovia-Herrschaft, Cinque villaggi, Schams, Safien, Obervaz-Tiefencastel, Bassa Engadina-Val Monastero e Bassa Engadina-Samnaun. Disponibilità raccolta: formati 150 piloti (in grande maggioranza provenienti dalle 23 sezioni delle regioni su cui è stata condotta la campagna di salvataggio), servizio di picchetto grazie ai cacciatori, coordinamento tra cacciatori, agricoltori e guardiaboschi. Precisano tuttavia, dall’Ufficio caccia-pesca, che il metodo di ricerca con i droni è tuttora concepito quale “complemento alla prassi convenzionale tuttora praticata e che consiste nella perlustrazione a piedi di prati e pascoli da parte di agricoltori e cacciatori, nel tentativo di individuare cuccioli di capriolo e di marcarli, o di cacciarli dal campo, mediante l’impiego di spaventapasseri, sostanze aromatiche e catene umane per la ricerca”.