Qualche dozzina di motivi per bloccare i ristorni 2019 vi sarebbe anche stata: per dire, la permanenza di pretese unilaterali da “blacklist”, la sconcertante mancanza di tatto (e di esperienza, e di “bon ton”, e di qualità relazionale) da parte di esponenti del Governo tricolore in carica, lo sconcertante parcheggio dell’accordo ultimo sull’imposizione fiscale (testo parafato nel 2015, e da quel momento sigillato in qualche cassetto di una scrivania a Roma). Ma il Ticino politico, o almeno il Ticino rappresentato nell’Esecutivo, non intende mettersi dalla parte del torto, ovvero non intende lasciare che la controparte abbia mai argomenti per sentirsi autorizzata a far deteriorare i rapporti; da qui l’odierna decisione di autorizzare il versamento integrale dei ristorni 2019 – ovvero pertinenti all’imposizione fiscale 2018 – all’Italia, secondo quanto stabilito nell’accordo del 1974. In computo reale, 89’977’207.99 franchi, nella misura del 95.75 per cento già in partenza mentre 3’822’520.32 franchi rimarranno in congelatore quale cauzione per il consistente residuo da situazione debitoria del Comune di Campione d’Italia (Como) verso enti pubblici e semipubblici del Canton Ticino.