Taluni – compreso Matteo Cocchi, comandante la Polcantonale, proprio questo pomeriggio – si interrogano circa l’improvvisa esplosione dell’interesse collettivo verso il podismo amatoriale: quesito giusto ed equo, pur dovendosi tenere in ragionata considerazione il fatto che è precluso l’accesso a palestre private e pubbliche, campetti da basket, piste di atletica, campi da calcio e persino sgambatoi per i cani. Nel frattempo, chi opera da sempre nel mondo della ristorazione si pone una domanda non peregrina: com’è possibile che d’improvviso, da un lato all’altro del Cantone, varie imprese commerciali siano aperte operando senza somministrazione diretta (precisiamo: non più in tale guisa) ma ospitando e svolgendo regolare attività di preparazione di cibi d’asporto? Nel caso non si sia capito: come si spiega la subitanea fioritura di “take-away” sissignore-comandi-signore-come-no-arriva-tutto-caldo-caldo laddove, sino all’altr’ieri, ti squadravano dall’alto in basso e con un sorrisino sardonico ad accompagnare il diniego (“Ma che pretende mai, ‘sto cliente?”) se appena appena provavi a chiedere che ti portassero la pizza a casa? E non si rileva, tanto per chiarezza, una palese concorrenza sleale verso coloro che sino a ieri, proprio perché autolimitantisi al “take-away” sino a dover allontanare il cliente che per caso si fosse attardato all’esterno del punto-vendita, nella categoria degli operatori di comparto sono sempre stati considerati come paria?