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Filo di nota / Sia promosso il turismo. Ma si evitino le iperboli (e i trucchi)…

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Il piacere di veder pubblicata una propria testimonianza, in parole e/o in foto e/o in immagini video, e non importa se si abbia esperienza da “blogger” di viaggio o se si sia alle prime cinque righe di scrittura nella vita; in più, la possibilità di vincere uno dei numerosi premi – controvalore complessivo nell’ordine di varie migliaia di franchi – che vengono messi in palio: sono, questi, i pilastri dell’iniziativa denominata “#iltuoticino” e che in queste ore viene messa in campo quale elemento di supporto al progetto “Vivi il tuo Ticino” a sua volta articolato in “Gusta il Ticino” (ristorazione) e “Soggiorna in Ticino” (albergheria ed affini); in sostanza, ai partecipanti viene chiesto e suggerito di condividere su apposito gruppo “Facebook” quanto avrà fatto parte della loro esperienza durante le vacanze, brevi o lunghe che siano, su suolo cantonale. Tutto molto bello, ma qualche rischio si corre: ad esempio, quello delle rappresentazioni irreali, tra panegirici ed iperboli. Inoltre: chi controlla quel che viene pubblicato, chi lo seleziona, chi lo legge, chi lo valuta prima dell’uscita, e chi stabilisce se una cosa sia pubblicabile oppure no, e se essa sia veridica, e sulla scorta di quali criteri? E chi, in ultimo, avrà il potere di decidere se il materiale in uscita sia di preminente interesse collettivo oppure funzionale al singolo attore ovvero a qualche operatore (magari uno di quelli che si affidano al professionista in ruolo di “social media manager”) che in tal modo vorrà farsi pubblicità aggratisse?

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