Singolare ridondanza data stamane, su un paio di entità territoriali con ambizioni cronistiche, alla rilevata presenza dell’imprenditore Lapo Edovard Elkann in quel di Locarno, iersera; epifania più che legittima, essendo in proiezione su piazza Grande il film “Magari” di Ginevra Elkann, sorella del precitato. Ad infiammare le conversazioni da “social” la tesi secondo cui l’eccentrico 42enne italiano da New York, più noto per i guai – at quisque auctor fortunae suae – che per le intuizioni commerciali, avrebbe posteggiato una vettura di grossa cilindrata nella stessa piazza Grande, facendo strame dei divieti, e ciò al fine di andare a bersi un caffè al bar dell’albergo “Dell’Angelo”. In realtà, Lapo Elkann non aveva posteggiato un bel nulla, e tantomeno in piazza Grande; la vettura è infatti rilevata in corrispondenza di via Della Motta, dove Lapo Elkann è stato scaricato dall’autista (già, c’era l’autista ed egli era soltanto un passeggero) dopo fermata per il tempo necessario all’uscita dall’abitacolo, dacché in simile contingenza nemmeno a Lapo Elkann si chiede di volare, benché dicasi che della materia egli sia esperto; di più, il conducente – forse immessosi per errore (e sarebbe stato in compagnia di altri 500 vetturali, solo ieri) da via Franchino Rusca – è ripartito immediatamente verso l’autosilo di piazza Castello. Se si vuol contestare Lapo Edovard Elkann per il suo stile di vita, per carità, ciascuno la pensa a modo suo; se si vuol dire che egli abbia sprecato una serata (il caffè al “Dell’Angelo” è tra i migliori in Ticino, il film di Ginevra Elkann ha prodotto invece ondate di sonnolenza e per fortuna venne a piovere sicché s’ebbe modo di filarcela senza sembrare scortesi), idem; ma, per quel che consta, è proprio il caso che si eviti di montare la panna su presunte invasioni di piazza Grande in spregio alle istituzioni.