Con una mano dà, con due mani prende. Prende, e taglia, la dirigenza della “Ffs cargo”: non manca occasione per gonfiare l’importanza del futuro stabilimento industriale in Arbedo-Castione, che per quanto nuovo è una mera riedizione delle “Officine Ffs” bellinzonesi, insistendo sugli “almeno 360 posti di lavoro” e sugli “80 apprendisti”, ma “d’emblée” fa sapere oggi che saranno chiusi otto “terminal” del traffico combinato e che l’intero asse est-ovest sarà posto sul binario morto. “Non vale la pena”, è il messaggio; non vale la pena perché, di fronte ad un fatturato pari a 18 milioni di franchi, le perdite dichiarate si situano a 12 milioni di franchi; se sia questa una scoperta dell’ultim’ora, non si sa e ad ogni modo nessun dice anche perché si porrebbe l’interrogativo sulle responsabilità di un simile “deficit” di esercizio, mentre in primo piano ecco sparate le conseguenze prefigurate ed indefettibili. La prima: saranno chiusi otto “terminal”, colpiti due nodi vitali come Cadenazzo e Lugano per quanto riguarda il Ticino a fianco di Oensingen (Canton Soletta), Gossau (Canton San Gallo), Widnau (Canton San Gallo), Basilea, Renens (Canton Vaud) e Saint Triphon (Canton Vaud). La seconda: salteranno 65 posti di lavoro. In proporzione? Macché: più di 40, cioè due terzi all’incirca, soltanto a sud del San Gottardo, ed il resto nella Svizzera di lingua tedesca. Bel colpo di mannaia, davvero.
Tristi ancorché anestetizzanti le note di accompagnamento: in Ticino non ci saranno licenziamenti, sta scritto alla riga numero uno, ma la certezza vera e propria non è data e difatti spuntano indicazioni correttive già alla riga numero tre, nel senso che “i licenziamenti resteranno eccezioni” come figura alla riga numero sei e nel frattempo “si cercano mutazioni interne”, orrenda espressione che dovrebbe raccontarci della possibilità di trasferimenti da area ad area e senza demansionamenti. Un filotto di contraddizioni, a prima vista, perché “(…) la riduzione avverrà il più possibile attraverso fluttuazioni naturali come i pensionamenti o gli avvicendamenti all’interno delle Ffs”, e “(…) non vi saranno licenziamenti”; nemmeno qualora le “fluttuazioni naturali” (tutte entro sette mesi ed una settimana da oggi: facile, come no…) non risultassero sufficienti? Mah.
Di cose sensate per quanto riguarda il Ticino, in pratica, resta la dichiarazione secondo cui “è mantenuto il collegamento attraverso le Alpi” (ma dai? Commossi ringraziamo) fra Dietikon (Canton Zurigo) e Stabio, con eventuale estensione sino a Basilea “se il collegamento Dietikon-Stabio si rivelerà vincente”; a proposito dei parametri per stabilire il successo o l’insuccesso, nessuna traccia, mentre apprendiamo che “(…) prima di questi “terminal” e dopo questi “terminal”, i “container” saranno trasportati su strada”. A proposito: la falcidia sarà immediata, entro la fine del 2025, come parte del progetto di riduzione dei costi nella misura di 60 milioni di franchi entro il 2033; ci andrà di mezzo il personale impiegato sulle locomotive, sulle manovre e sui controlli tecnici.