Cocaina per oltre due chilogrammi, controvalore all’ingrosso sui 35-40 franchi il grammo e per difetto calcoliamo il doppio nello spaccio a minuto, è stata individuata e sequestrata con puntuale intervento di effettivi dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini in quel di Stabio e meglio sull’uscita dalla superstrada, cinque giorni addietro ossia mercoledì 7 febbraio. Gli stupefacenti, individuati con gran lavorio di cacciaviti da parte di operatori del “Gruppo specialisti visite”, erano occultati discretamente ma non a prova di bomba; conducente e passeggero dell’auto, entrambi già inguaiati dai documenti (quelli che c’erano: ad esempio, il guidatore non disponeva della licenza di condurre, che volete mai che sia?), sono stati pertanto accolti dalle vigorose braccia degli agenti della Polcantonale e traslati in sede opportuna prima della collocazione in cella, e qui si pone quale addebito principale l’infrazione aggravata alla Legge federale sugli stupefacenti.
Non si trascuri tuttavia il resto, che aiuta ad arrotondare. Vediamo: al primo tizio, sedicente 50enne sedicente cittadino algerino con residenza in Francia, guida senza autorizzazione e guida in stato di inattitudine e, state un po’ a sentire, falsità in certificati per via del fatto che l’unico foglio presentato a gentile richiesta era un passaporto francese, ma taroccato o tarocco sin dalla stampa; quanto al giovanotto lì di fianco, rilevasi l’essere costui un 31enne o un 32enne (non è divagazione del cronista: ciò riferiscono e scrivono dal ministero pubblico), cittadino brasiliano, residente in Italia e tuttavia trovato con il permesso di soggiorno (italiano) già scaduto e con una carta di identità utilizzabile solo su territorio tricolore, cioè non valida per l’espatrio, e su questo la palla passa alla prima Questura d’oltreconfine. A somme fatte, pare che solo l’auto fosse in regola: sempre che le targhe (italiane) non portino ad altre considerazioni, sulla scorta degli accertamenti in corso, s’intenda…