Home CRONACA Dramma di Blenio, dolore su dolore: morto anche l’altro ragazzo italiano

Dramma di Blenio, dolore su dolore: morto anche l’altro ragazzo italiano

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 23.32) No, non ce l’ha fatta, Christian; ha lottato sino a che è stato assistito dalla fibra, ed in ultimo si è arreso, nella costernazione dei familiari e dei medici. A drammatica conferma questa sera, cinque giorni dopo i fatti, il peggiore fra i timori espressi domenica scorsa nel contesto della tragedia toccata al 14enne Karim Damir Larbi, morto sul colpo per una caduta durante la discesa dalla Capanna Scaletta in territorio di Blenio, sopra la frazione Ghirone, zona del Pian Geirétt: al “Civico” di Lugano è deceduto anche il secondo ragazzo italiano che faceva parte di una comitiva ormai prossima al rientro dopo un breve periodo di esperienza comune. Oggi, nel giorno in cui dell’altro ragazzo sono state celebrate le esequie, a Varese: una coincidenza, ma di quelle coincidenze che si imprimono d’acchito nella mente e che da oggi in poi uniranno due famiglie nelle lacrime, nel dolore e nel ricordo dei figli persi. Aveva 14 anni come Karim Damir Larbi, Christian, che di cognome faceva Maccarrone ed abitava ad Induno Olona; figlio di marocchini ben integratisi a Bisuschio nell’arco di tre decenni, l’uno, ed italiano con ascendenze nel profondissimo Sud della Penisola l’altro; stessa affiliazione alla società polisportiva Virtus Bisuschio nella Valceresio che si dipana dal valico di Porto su Brusino Arsizio sino alle propaggini ultime del capoluogo sul rione Valle Olona; stessi sogni da giovane calciatore, stessa allegrezza e stesso folle e tragico destino.

Secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine in un’inchiesta doverosamente ben indirizzata ma al cui quadro d’insieme sembrano mancare ancora vari tasselli, nella caduta uno dei due ragazzi ha urtato e travolto l’altro, minima la differenza di quota su quel tragitto che sentiero non era, per entrambi l’impatto nell’alveo di un riale sottostante, circa 100 metri il dislivello del tuffo esiziale. Un terzo coetaneo, cittadino svizzero residente nel Mendrisiotto ma presente nell’area della Capanna Scaletta in quanto abituale frequentatore e non facente parte del gruppo di escursionisti, è tuttora ricoverato in sede nosocomiale a causa dei traumi subiti nel tentativo di venire in immediato soccorso ai due ragazzi la cui vita è stata infine spezzata; per lui, almeno per lui, si osa sperare.