(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 11.22) Tre morti nel “week-end”, 34 in un mese esatto vale a dire nella fase corrente che corrisponde alla quinta ondata, ci raccontano molto circa l’effettivo stato dell’arte della pandemia da “Coronavirus” in Ticino; perché l’elenco delle vittime si allunga – ora ne riscontriamo 1’163 dall’inizio del computo, come se fosse stata spazzata via la popolazione delle Centovalli -, e perché resta alto, inspiegabilmente alto il numero dei ricoverati, ora 131 di cui 123 in reparti ordinari ed otto in reparti di terapie intensive. Calano, è vero, i nuovi contagi, 787 nello spazio di 72 ore per un totale di 25’608 casi da sabato 5 marzo 2022 – ultimo punto di cesura adottato – e di 141’311 positivi “ufficiali” dalla terza decade di febbraio 2020; nei fatti, e sia pure a spanne considerandosi nel novero anche una quota di reinfezioni, sono stati contagiati due residenti su cinque nel territorio cantonale.
Non induce a particolare sollievo nemmeno il quadro generale nel sistema delle case per anziani: gli ospiti tuttora positivi sono 105, essendosi registrate 37 guarigioni a fronte di 27 nuove infezioni; 21 (su 69) le strutture in cui il “Coronavirus” è tuttora presente; nessun nuovo ricovero, nessun altro morto per Covid-19, constando per contro sette decessi “per altre cause”; durante il periodo pandemico, dunque, nelle case anziani sono venute a mancare 411 persone per Covid-19 e 1’890 per ragioni non Covid-19. Ferme a fine marzo le evidenze circa la stasi della campagna vaccinale: trattamento di base per il 72.3 per cento degli aventi diritto, “booster” solo per il 46.3 per cento, 672’875 le dosi somministrate in totale.