Home CRONACA “Coronavirus”, situazione magmatica. Ticino, «nessun caso ma pronti a tutto»

“Coronavirus”, situazione magmatica. Ticino, «nessun caso ma pronti a tutto»

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Una frontiera politica separa il Ticino dal Norditalia “chiuso per influenza” (in Piemonte, Lombardia e Veneto, da domani, niente attività scolastiche; sospeso il Carnevale di Venezia; vietate in Lombardia le manifestazioni pubbliche di qualsiasi natura; interi Comuni posti in isolamento). Una frontiera politica dall’elevatissimo grado di osmosi, persone in transito continuo, avanti ed indietro, il frontalierato, le merci: quanto induce a credere che, al netto del non essere sino ad ora stati rilevati casi sospetti ed al netto del non esserci soggetti in quarantena ovvero sotto osservazione, forti sono le probabilità di diffusione del “Coronavirus” – di questo si sta ovviamente parlando – anche a nord di Chiasso. Da ciò uno stato di massima allerta nelle istituzioni sia federali sia cantonali, da ciò continue richieste e continue risposte in termini di ragguaglio su eventuali situazioni dubbie (nel corso delle settimane, come si ricorderà, voci varie si erano rincorse e per ciascuna di esse era stata necessaria una verifica); da ciò, anche oggi, una riunione del cosiddetto “Gruppo di coordinamento allargato” che fa perno sulla figura di Giorgio Merlani, medico cantonale, e che è da intendersi quale comitato di crisi operativo sulle 24 ore il giorno. In sintesi, il punto ad oggi.

Comprensione del fenomeno – “Le autorità federali e cantonali stanno seguendo costantemente la situazione di diffusione del “Coronavirus” in Italia. Da tempo il Canton Ticino si sta preparando a gestire i possibili casi di “Coronavirus” sul territorio, e le strutture sanitarie sono pronte. L’Ufficio federale della sanità pubblica, il medico cantonale Giorgio Merlani, gli operatori sanitari, le autorità e gli enti preposti a gestire una possibile diffusione del virus in Svizzera ed in Ticino sono stati in costante contatto nelle ultime settimane, ed in particolare durante questo fine-settimana. Si sono tenute e si stanno tenendo conferenze telefoniche fra tutti i “partner”, con un continuo confronto, allo scopo di predisporre le misure necessarie a far fronte a possibili contagi”.

Percezione dall’esterno – Sulla scorta delle “informazioni assunte finora, in Italia sembrano esserci stati contagi senza un chiaro legame epidemiologico fra di loro. In rispetto del principio di prudenza, non potendosi escludere (ad oggi) l’apparizione di casi comunitari, le modalità di presa a carico sanitaria in Ticino sono pertanto state sùbito rinforzate, sia nella gestione dei casi negli ospedali sia dal punto di vista dei criteri clinici con cui vengono individuati i casi sospetti. I casi che pertanto presentano sintomi di un’infezione respiratoria acuta con difficoltà respiratorie, anche senza legame epidemiologico sicuro con la Cina o con casi confermati negli ultimi 14 giorni, verranno valutati più attentamente ed i casi che presenteranno una serie di segni e sintomi compatibili saranno trattati come casi sospetti”. Casi sospetti, cioè “isolati e sottoposti allo striscio naso-gola alla ricerca del nuovo “Coronavirus”, anche in assenza di viaggi”.

Provvedimenti “fluidi” – I membri del “Gruppo di coordinamento allargato” rimangono sul “Chi vive” e dichiarano totale disponibilità all’adattamento delle decisioni: già domani, ovvero lunedì 24 febbraio, sarà deciso e reso noto quali altri interventi introdurre ed attivare, “alla luce dell’evolversi della situazione nel Norditalia”. L’invito pressante – Stretta e continua la collaborazione in corso tra autorità cantonali e stampa sugli aspetti di prevenzione sanitaria. Al momento vale di nuovo una raccomandazione: contatti per telefono il medico di famiglia, o il Servizio di guardia medica (telefono 091.8001828) chi abbia avuto contatti diretti con casi confermati – dunque, fuori dal territorio elvetico – o si sia recato di recente in Cina e presenti febbre e sintomi alle vie respiratorie inferiori (tosse e difficoltà a respirare); in caso di urgenze vale anche il numero 144 della “Centrale di soccorso); inutile, per contro, il presentarsi agli sportelli di un Pronto soccorso.