C’è un modo per salvare capra e cavoli, cioè per rispettare la metabolizzatissima data di domenica 5 aprile (cinqueaprilecinqueaprilecinqueaprile, il mantra da cui sono ossessionati gli emisferi sinistri di vari tra i millanta in lizza per un Esecutivo o per un Legislativo alle Comunali 2020) pur navigandosi un po’ tutti a vista nell’oceano procelloso del Covid-19. Ed è l’uovo di Colombo: votare regolarmente, con utilizzo del materiale la cui distribuzione è agli sgoccioli, e procedere con lo spoglio solo quando la buriana sarà agli archivi, o perlomeno il dramma coronavirale si troverà in fuga giacché debellato. L’idea, su cui consta che Norman Gobbi consigliere di Stato stia formulando alcune ipotesi legate in linea di massima all’applicabilità, raccoglie consensi non marginali in larghe quote Plr e Ppd oltre che leghiste, e praticamente a blocco compatto nel Sopraceneri centrooccidentale e nelle valli (non si dimentichi il fatto che in Verzasca giungerebbe a traguardo un massiccio progetto aggregativo) e con apprezzamento nel Luganese e nel Mendrisiotto. Argomento all’ordine del giorno, si direbbe se la precedenza non venisse per forza di cose assegnata sempre al “Coronavirus” ed allo stato dell’arte, dell’odierna riunione tra i membri del Consiglio di Stato.
A far propendere per questa ipotesi, unica alternativa in sicurezza al rinvio (che spingerebbe la legislatura corrente degli enti comunali almeno all’ultima decade di settembre), almeno due aspetti. Il primo, pratico: schede e buste sarebbero ritirate nelle sedi comunali allo scoccar del mezzogiorno e trasportate, a cura di agenti della Polcantonale, in luogo idoneo per il mero computo degli involucri; a seguire, conferimento in altro luogo ancor più idoneo (e qui si parla o di un “bunker” o meglio ancora di un “caveau” da banca), e lì la giacenza sino a quando, con serena scioltezza, si potrà procedere allo spoglio delle schede stesse ed alla proclamazione degli eletti. Secondo elemento di cui tener conto: formulazione delle liste, accettazione, verifica delle candidature, pubblicazione, estrazione delle liste, impaginazione e stampa delle schede ed invio del materiale di voto hanno già avuto luogo, con impegno di consistente monte-ore fra funzionari e collaboratori delle singole amministrazioni coinvolte; dalla rinuncia alla tornata in programma deriverebbero il riavvio dell’intera macchina e la distruzione dell’intera produzione cartacea, oltre alla sospensione (e questo sarebbe un bel problema per qualche candidato) delle campagne in corso e sulle quali sono stati investiti non pochi quattrini, si pensi alla pubblicità in forma di cartellonistica e di inserzioni tradizionali e di “banner”. Opzione gradevole ossia ottimistica, nessuno sapendo ad oggi quale sarà il giorno dell’addio ad un ospite bastardo e non accetto: concludere il ciclo votazione-scrutinio entro giugno, con attivazione dei nuovi Municipi e dei nuovi Consigli comunali alla data di mercoledì 1.o luglio.