Home CONFINE Como, finto minorenne (e clandestino) malmena quattro agenti: arrestato

Como, finto minorenne (e clandestino) malmena quattro agenti: arrestato

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Non volendosi far direttamente conto delle minacce e della declinazione di false generalità, agli atti restano la resistenza, la violenza e l’oltraggio a pubblico ufficiale, ed ancora le lesioni ed il danneggiamento: motivi sufficienti per l’arresto di un 19enne sedicente marocchino – età minima stimata dopo esame auxologico, avendo il tizio dichiarato di essere un 16enne – che iersera, in due distinte situazioni nel medesimo contesto, mandò all’ospedale quattro agenti della Polizia di Stato a Como, due prima e due dopo. I fatti alle brevi: ore 21.00, “volante” indirizzata nella zona del “Tempio voltiano” causa molestie che il giovane stava arrecando a turisti e passanti; sull’avvicinarsi dei poliziotti, insulti ed espressioni offensive indi esfiltrazione del soggetto a gambe levate; logico inseguimento da parte delle forze dell’ordine nella zona compresa fra le proprietà della “Canottieri Lario” e dello “Yacht club Como”, dove il fuggitivo è stato “raggiunto, bloccato ed assicurato nell’auto di servizio” – così fonti della Questura – ma non prima che alcuni calci raggiungessero due agenti causando loro contusioni guaribili in cinque giorni salve complicazioni. Fine prima fase, ecco la seconda: all’interno della vettura, sempre tirando calci, il giovane è riuscito a sfondare un vetro posteriore; a supporto, intervento di un equipaggio dell’Arma dei Carabinieri, traslazione del delinquente su altra auto, nuovo tentativo di sfondamento del lunotto, arrivo in Questura.

E non è finita, dunque la fase tre: niente documenti, dichiarazione (menzognera) della minore età, individuazione di precedenti di polizia in provincia di Milano, imposizione del citato controllo con presa in esame della costituzione ossea, evidenza della maggiore età… tutto ciò dopo una nuova aggressione perpetrata dal nordafricano, ancora calci ed anche pugni a due poliziotti parimenti sottopostisi poi a controllo medico. La verità, in ultimo: a parte la questione degli anni, invero non irrilevante dal momento che il tizio era stato in precedenza inserito in una comunità nella provincia di Alessandria e da tale comunità egli era scappato in gennaio, l’assenza di una fissa dimora, i vari precedenti di polizia e lo stato di clandestinità. Esito: arresto e deferimento all’autorità giudiziaria.