Home NEWS IN HOME Casse malati, sull’“Iniziativa deduzioni” decidano i tartassati

Casse malati, sull’“Iniziativa deduzioni” decidano i tartassati

21
0

Circa i premi dell’assicurazione malattia, per ora, sappiamo solo che nel 2026 ci cascherà addosso un salasso supplementare; quanto alle risposte fattive della politica, laddove “fattività” equivale a qualche sgravio per singoli e famiglie, dovremo aspettare almeno l’autunno ed i responsi popolari. Nel senso: già all’apertura della sessione granconsiliare di ieri si sapeva che l’iniziativa di sponda socialista – obiettivo: fissare un tetto di proporzionalità tra fattura da pagarsi e reddito, massimo il 10 per cento – era come un tordo lasciato a svolazzare su una radura durante l’annuale adunata campestre dei bracconieri; e finì sul 21-51, che al cronometro sarebbe un bel guanto di sfida a Noè Ponti sui 50 metri dorso in vasca corta ma all’interno di un’aula parlamentare significa pochi a tanti e basta (sintesi votanti: da una parte socialisti – cela va sans dire – ed aggregabili in sponda sinistra, dall’altra liberali-radicali, leghisti, udicini, neocentristi giàp, “Verdi liberali”, helvethici ed avantisti-laburisti e speriamo di non aver dimenticato nessuo). Oggi è stata invece impallinata l’altra iniziativa afferente al medesimo tema, ma con denominazione di origine controllata in casa leghista; ed uno direbbe che boh, anche qui il respiro era corto all’entrata in materia e nemmeno nell’ormai semiabbandonata “Tribuna torcida” – è il lato in cui da sempre si va a prendere posto noi paria della stampa – si ha memoria di una “remuntada” stile Barcellona contro il Psg nel 2017, perché allora darsi la pena di meravigliarsi per la bocciatura? Eh, state a sentire: perché a furia di muri-contro-muri, di nervi-contro-muscoli, di strali-contro-frecce e diremmo anche di maschi-contro-femmine e di femmine-contro-maschi se ciò non facesse troppo titolo da nuova commedia all’italiana in cifra alla Fausto Brizzi, alla prima bocciatura (un non disonorevole ma nemmeno commendevole 18-62 con il corredo di quattro astenuti) se ne sono sommate altre.

“Altre”, non “altra”. Crivellato infatti il rapporto di maggioranza, temporanea concordanza in asse Plr-Udc, sostegno da helvethici e avantisti-laburisti e “Verdi liberali”, persino un mezzo consenso (testo sottoscritto con riserva) in contesto leghista: 40 “sì”, 42 “no”, liquidato pertanto il controprogetto che diventa carta buona per il caminetto. Ma c’era in ballo un non deprecabile controprogetto in rapporto di minoranza numero uno, fonte neocentrista giàp: affossamento. E di nuovo Ivo “Duracell” Durisch, ieri relatore per l’iniziativa “10 per cento” ed oggi relatore del rapporto di minoranza numero 2: al foppone anche questo documento con il quale, si noti l’ironia delle fatue sorti politiche orsoliniane, era richiesta “tout court” la bocciatura dell’iniziativa. La quale iniziativa si stampa dunque negli annali (ma non è un “hàpax”) in quanto non promossa, non bocciata e non rimandata: in fondo, è storia anche questa.

Per la cronaca, era prevista – e Fabio Schnellmann neopresidente del Legislativo si è dato d’attorno per sveltire le cose; gli è che le cose si rifiutavano di collaborare – la formula del “dibattito ridotto”; tempi effettivi di esecuzione, ore due e frattaglie. Ed ora, cioè nell’ultimo fine-settimana di settembre, tutti al voto; e che il futuro popolare sia più chiaro del presente delegato.