Home CRONACA Cassamalatari d’assalto, in Ticino un altro salasso sui premi

Cassamalatari d’assalto, in Ticino un altro salasso sui premi

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Per natura, non diversi dai bilateralisti sfegatati sono coloro che, a distanza di oltre un quarto di secolo dall’oscena riforma, decantano la LaMal quale quadro normativo salvifico, giungendo a sostenere che questa sarebbe l’unica via per garantire la continuità dei servizi e per poter disporre di una medicina di qualità ed aggiungendo, quale massima e munifica concessione, che sì, certo, le migliorie sono sempre possibili. Prendano nota, costoro, che in un Paese – si chiama Svizzera – ad inflazione annua su tasso nullo o più precisamente negativo i cassamalatari si preparano ad imporre un aumento medio dei premi nell’ordine dello 0.5 per cento, come oggi annunciato; prendano ancor meglio nota, costoro, che per il Ticino l’incremento – ci si basa sempre sul valore determinato dalla media di tutte le forme di assicurazione approvate, compresi i modelli alternativi e comprese le franchigie opzionali – sarà pari al 2.1 per cento. Non rilevantissimo lo scostamento per quanto riguarda i minorenni (dato medio nazionale, più 1.0 per cento; Ticino, più 0.9 per cento); in grado di stordire il “più 1.9” per cento sul versante adulti (media svizzera, più 0.4) devastante il “più 2.9” per cento nella fascia dei cosiddetti “giovani adulti” (media svizzera, più 0.4).

Ai numeri, sul premio medio nominale, fanno otto franchi e spiccioli in più ogni mese, circa 100 in più l’anno, sia per gli adulti (da 419.20 a 427.30 franchi il mese) sia per i “giovani adulti” (da 286.00 a 294.20 franchi il mese); trattandosi del Cantone in cui i salari stanno all’estremo pedicale nel Paese, un affare. Vogliasi ricordare, a tale proposito, l’evoluzione negli ultimi cinque anni più uno (il prossimo): 2016, Ticino più 4.6 per cento, Svizzera più 4.7; 2017, Ticino più 5.9 per cento, Svizzera più 4.7; 2018, Ticino più 4.6 per cento, Svizzera più 3.6; 2019, Ticino più 2.7 per cento, Svizzera più 1.0; 2020, Ticino più 2.5 per cento, Svizzera più 0.3; del 2021 si sa ma si reitera per miglior ridondanza nelle orecchie, Ticino più 2.1 per cento, Svizzera più 0.5. Peggio del Ticino staranno, nel 2021, i soli Cantoni Ginevra e Basilea-città, che veleggiano oltre i 480 franchi mensili (riferimento, una volta ancora, al dato medio per gli adulti); in Appenzello interno, per contro, ce la si cava con 260 franchi all’incirca; rispetto alla media svizzera, un ticinese o uno straniero assoggettato alla LaMal e sempre in età adulta paga 51.90 franchi il mese in più, ovvero un “supplemento” pari al 13.83 per cento; in termini assoluti percentuali, il “più 1.9” per cento in categoria di assicurati adulti è primato nazionale (seguono Giura, Vallese, Lucerna, et ceteri; all’estremo opposto si situa Appenzello interno, che spunta una riduzione attorno all’1.6 per cento; non male anche Zurigo, attorno allo 0.8 per cento).

E Bellinzona capitale? Bellinzona capitale, di suo, abbozza. Dice, per tramite di Raffaele De Rosa titolare del Dipartimento cantonale sanità-socialità, che questi aumenti sono “un altro schiaffo al Ticino”; aggiunge che, per il secondo anno consecutivo, dall’Ufficio federale sanità pubblica giungono dati parziali e che da quest’anno alcuni assicuratori non forniscono più i dati nella necessaria completezza, peraltro “su espressa indicazione dell’Ufficio federale sanità pubblica”; precisa che, pur in assenza di un quadro informativo completo e dunque nell’impossibilità di eseguire e di comunicare un’analisi completa sulle “proposte di premio” (ma quali “proposte”: sono pretese, e passano come una lettera alla posta…); ribadisce di aver fatto quel che era nelle sue facoltà, ad esempio con un’istanza di correzione della procedura per l’approvazione dei premi e con una richiesta esplicita affinché i premi fossero mantenuti così come essi erano, niente variazione, tesi legittimata dall’esistenza di mostruose riserve. Un discorso da Lega “d’antan”, per voce tuttavia di un pipidino. E finisce qui, ché siamo per l’ennesima volta ai piedi della scala. Ma possiamo sognarci, una volta ancora, che i lamalisti ammettano di aver perpetrato una truffa ai danni degli svizzeri e degli ospiti residenti.

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