Home POLITICA Caro Parlamento, nel mio mondo non ci sei solo tu. Saluto, Romano

Caro Parlamento, nel mio mondo non ci sei solo tu. Saluto, Romano

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Nel suo mondo non c’è solo il Consiglio nazionale, e dice che perciò deve andare, essendoci mari ed essendoci colline che vuole rivedere, e amici che aspettano ancora lui per giocare insieme, o per un posto in qualche Consiglio di amministrazione, o direttamente al vertice di un ente, come mormorano i malevoli bene informati; in ogni caso, quell’esperienza gli ha regalato un’emozione per sempre, parole che restano così, nel cuore della gente che spera di aver rappresentato degnamente. Lascia, lascia il campo, Marco Romano, perché tre legislature gli paiono abbastanza e dunque egli non intende sollecitare un nuovo mandato a Berna, 12 anni “di impegno” lasceranno spazio allo sviluppo di “altri e nuovi progetti”: stamane l’annuncio, tre paragrafi per iscritto e null’altro che attestazione di riconoscenza agli elettori ed ai ticinesi “in genere”, più due parole per i compagni di cordata (“Il partito non mi ha mai fatto mancare gli stimoli”; forse non è l’espressione meglio riuscita), più un ricordo del padre, più un tributo “agli amici più cari che ci sono sempre stati”. Sino ad ottobre, massima presenza a conferma di un percorso istituzionalmente contraddistinto da un quadriennio nella Commissione istituzioni politiche, idem nella Commissione trasporti-telecomunicazioni, idem nella Commissione sicurezza, e tutti e 12 gli anni nella Commissione redazione; da ottobre, altro.

Altro: in politica, forse no, a differenza di altro (pardon, altra: è la Mzarina) rappresentante i cittadini che per propria ambizione in Consiglio di Stato mollò anticipatamente il seggio alla Camera alta, determinando un vuoto in delega su cui Palazzo delle Orsoline sponda Esecutivo nulla ha obiettato, tanto da non indire un’elezione supplementare. Circa i tempi vissuti, nella lettera pubblica di congedo, un cenno all’epoca in cui la prima elezione ebbe luogo (“Nel 2011 non avevo ancora 30 anni: fui eletto perché in molti avevano riconosciuto l’imprescindibile necessità di dare spazio a forze nuove”; visione interessante e baciata dalla buona sorte, si dovrebbe ricordare, per l’evento storico dello spareggio decretato dalla monetina, Marco Romano vince e Monica Duca-Widmer perde, una carriera lanciata ed un’altra, diciamo, messa su binari diversi). Quanto la presente, “l’attività politica è una passione molto invasiva, ma stimolante” (e daje); “Ho sempre creduto nel sistema di milizia, e proprio vivendolo ho maturato questa decisione”.

Per altra politica attiva, pare di poter capire, non vi sarà spazio; resterà invece la determinazione ad operare in senso “civico e sociale”. Saluto, Romano; e per le candidature prossime venture, palla al… Centro.