Per titoli, per meriti e per… inconsistenza della concorrenza: tre punti qualificanti, quando ancora il campionato è in corso (tre i turni al termine) ed il responso della classifica è ben di là da venire, spingono d’ufficio il Bellinzona dalla Prima lega promozione alla Dnb del calcio elvetico. Quali che saranno i risultati prossimi, quale che sia la formazione granata in campo, decisione presa e comunicata: in seconda istanza è stata spuntata oggi la licenza per la seconda serie professionistica, diritto non acquisito da alcun’altra compagine fra le pretendenti. È un apparente paradosso che tuttavia ci offre l’idea di quel che il mondo pedatorio elvetico intende essere – e potrebbe persino riuscire in tale impresa – nel futuro: con una massima categoria che dal torneo 2023-2024 si strutturerà su 12 squadre e sarà rigenerata e ricostruita in formula finale di “play-off”, e con credenziali non negoziabili sulla soglia tra cadetteria e semiprofessionismo.
La notizia della promozione ottenuta a tavolino, primaria conseguenza dell’indisponibilità di una struttura idonea per il Breitenrain che al momento è in vetta al campionato e la cui dirigenza sembrava tenere parecchio al salto di categoria, è stata accolta a Bellinzona con il giusto carico apotropaico: nove anni possono essere molti o pochi, secondo le diverse sensibilità, ma è noto quanto i tifosi di chiara fede granata abbiano sofferto negli ultimi nove anni, ovvero dal tempo del fallimento finanziario della società sotto la presidenza di Gabriele Giulini. La ripartenza ebbe luogo dalla Seconda lega regionale, seguirono due promozioni di fila, una battuta d’arresto nel torneo 2016-2017 (passò lo StadeLosannaOuchy), un altro salto e due annate in cui il Covid-19 si mise di traverso. Ora, cadetteria ed un impegno: reggere qui, e programmare a medio termine per puntare al palcoscenico più ampio.