(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 19.04) Don Rolando Leo, 55 anni di cui 19 da presbitero, cappellano e docente di religione cattolica e di storia delle religioni al “Collegio Bartolomeo Papio” in Ascona, è sotto inchiesta per ipotesi di reato che vanno dagli atti sessuali con fanciulli alla coazione sessuale e dalla pornografia agli atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere. Il sacerdote, incardinato nella Diocesi di Lugano e che funge anche da assistente diocesano di pastorale giovanile oltre a presiedere la “Comunità di lavoro delle Chiese cristiane in Ticino”, è stato raggiunto stamane da agenti della Polcantonale; fonti della Curia indicano che le indagini erano state aperte sulla scorta di un’informativa giunta direttamente a monsignor Alain de Raemy, amministratore apostolico; delle informazioni acquisite, dopo “un attento esame” e dopo “accompagnamento da parte della Commissione di esperti in caso di abusi sessuali in àmbito ecclesiale”, è stata fornita completa copia agli “organi giudiziari competenti”, in accordo “con la persona vittima e secondo quanto previsto dalle normative vigenti”.
Per quel che consta, il sacerdote – che poche ore prima era rientrato da un pellegrinaggio a Medjugorje – è rimasto a lungo sotto interrogatorio nel corso della giornata; in assenza di comunicazioni ufficiali dal ministero pubblico, è da presumersi che la procuratrice pubblica Valentina Tuoni, titolare dell’incarto, procederà entro breve con provvedimenti restrittivi della libertà. Sino ad avvenuto chiarimento delle “responsabilità a livello penale”, il sacerdote è sospeso cautelativamente dal ministero. I vertici della Curia luganese hanno espresso fiducia nell’opera della magistratura, augurandosi “tempi rapidi” nello svolgimento degli accertamenti sull’“esatta fisionomia dei fatti accaduti”. Dovuta la presunzione di totale innocenza; enorme lo sconcerto, tanto di più alla luce della lunga e concreta attività pastorale di don Rolando Leo a contatto con i giovani.