Alle soglie della tragedia da “1’000 ways to die” cioè mille modi (incredibili) per morire, che negli States è poi il titolo di una fortunata serie tv, quanto occorso ieri ad un incauto escursionista infilatosi diritto nel fango sul fondo del bacino idroelettrico della Verzasca, in territorio pertinente al Comune di Gordola, e lì rimasto bloccato come nelle sabbie mobili. Detto dell’essersi l’uomo ferito in modo non grave, ragion per cui ci si felicita, nessuno sconto al solingo visitatore proveniente dal Canton Zurigo, anni 64 ed insomma l’esperienza ed il buonsenso non dovrebbero mancare; doveroso il domandarsi che cosa sia passato per la testa dell’uomo allorché, approfittando dell’avvenuto svuotamento dell’invaso, colui giunse sino a rimanere imprigionato nel fango e senza riuscire più a liberarsi; buon che fosse mezzogiorno e qualcosa quando per mano e per voce provvidenti partì un messaggio di allarme, sicché sul posto giunsero alle brevi elementi della Polcantonale, della Polintercom del Piano, del “Soccorso alpino svizzero” e della “Rega”. Per il recupero del 64enne, fatti i dovuti calcoli ed una volta constatate le condizioni di salute dell’uomo, ricorso all’argano dell’elicottero e vera e propria estrazione a fini salvifici, poi volo verso l’ospedale e buon esito.
Ah, di passaggio: senza esprimere giudizi in modo palese, alla Polcantonale sconsigliano vivamente imprese quali l’accesso all’area del bacino idroelettrico svuotato. Già ad eserciti s’appropinquano ogni giorno i curiosi (ed è cosa legittima, ci mancherebbe); gli è che negli ultimi giorni sono già stati registrati altri episodi come quello toccato al 64enne, ed almeno in tre casi con guai piccoli e grossi per gli incauti invasori. Adulti, per di più: tsé. Nella foto GdT, il bacino della diga della Verzasca.