In politica, nello sport, nell’editoria quotidiana: tre pilastri per una breve vita, quella del collega GianMaria Pusterla, mancato ieri – nove giorni soltanto al 63.o genetliaco – alla “Clinica Moncucco” in Lugano dove era stato ricoverato in ultimo sull’aggravarsi improvviso di una malattia persecutoria e prostrante manifestatasi mesi addietro. Per molti, soprattutto tra i più giovani del mestiere, GianMaria Pusterla (anagraficamente e graficamente era Gian-Maria, forma che anche a lui era venuta a noia) svolgeva funzioni da collaboratore personale di Norman Gobbi al Dipartimento cantonale istituzioni, quale responsabile della comunicazione, per compito assunto nel 2019 e che era in realtà replica del medesimo ruolo avuto nei medesimi ambienti, un paio di decenni prima, al tempo per conto di Luigi Pedrazzini; realtà vuole che alle spalle dell’impegno quale mediatore di informazione figurasse una seria e ben distribuita attività giornalistica anche in ruoli apicali, tra “Popolo e libertà” (al tempo quotidiano), “Corriere del Ticino”, ancora “Popolo e libertà” (nel frattempo passato alla periodicità settimanale) quale direttore responsabile in sequela di Michele Ferrario e Giorgio Zappa e, dopo il primo iato a Palazzo delle Orsoline in Bellinzona, approdando (2004) al “Giornale del popolo”, dove rimase sino alla drammatica chiusura di martedì 5 giugno 2018. Una ricorrenza che, pur senza cedimenti al sentimentalismo, GianMaria Pusterla avvertiva come un “vulnus” e che sarà stata, ecco, di certo è stata nei suoi ultimi pensieri.
Si farà torto, nella ricostruzione non agiografica, di certo molto qui omettendosi circa i valori espressi e le esperienze maturate da GianMaria Pusterla; egli stesso, che pure tendeva al descrittivo (ed il descrittivo impone di per sé una tendenza sconfinante nel maniacale quanto alla ricerca del particolare), ammetteva che non tutto si riesce a raccontare, non tutto siamo in grado di raccontare, non tutto siamo capaci di raccontare, non tutto abbiamo tempo di raccontare, e non di tutto abbiamo memoria bastevole per raccontare. Si rende onore allo scomparso, invece, rilevandone e rivelandone non occasionali spunti polemici, primario il sano odio verso il cronistame compiacente (asservito, fig.) ed autocompiacentesi (scrivanti da una riga sul fatto accaduto e tre cartelle di commento); non si trascurerà l’accadimento che fu per lui causa e cagione di qualche tristezza – l’ambiente degli stampari e degli affini, si sa, non è esente da peccatucci soprattutto quando della politica è non perno ma cuscino – al tempo di una nomina quale comunicatore istituzionale in bande del Sopraceneri centrooccidentale. Giusto almeno il menzionare l’origine da Morbio Inferiore, la formazione quale docente, la costante vicinanza al Football club Mendrisio di cui fu portiere in cadetteria e che seguì anche come membro del Comitato direttivo a partire dal 2018. Della politica, due spunti: la conduzione dell’allora “Movimento giovanile Ppd” a Lugano e l’apporto dato alle Federali 1999, sulla lista del Ppd per il Consiglio nazionale, quale candidato “di incoraggiamento” in supporto di Meinrado Robbiani e di Chiara Simoneschi-Cortesi che, nella disponibilità di due seggi, erano i naturali e prefigurati vincitori.
Le esequie di Gian-Maria Pusterla avranno luogo martedì 10 giugno, alle ore 14.30, alla chiesa parrocchiale di Mendrisio.