A distanza di soli tre mesi e mezzo dal decesso della moglie Maria Concetta Boni, con cui aveva condiviso un matrimonio durato oltre 61 anni, si è spento oggi in una località dell’Appennino tosco-emiliano (Italia) il collega Pier Fausto Vedani, già direttore responsabile del quotidiano “La Prealpina” ora sotto conduzione di Silvestro Pascarella. Milanese per nascita, anno 1932 (“Primo agosto”. Gli si era fatto notare: “In Svizzera è il Natale della Patria”. Rispose: “Vedi che è una data fortunata?”), comasco per primo impatto giornalistico (prima all’“Ordine”, poi alla “Provincia”), unici e reiterati motivi di rammarico il non aver avuto figli ed il non aver portato a termine gli studi in giurisprudenza (“Ero già in uno studio legale, ma non ne potevo più e mollai. Chissà come sarebbe andata, lì”), Pier Fausto Vedani fu figura di polso – in direzione ostinata e contraria, gli si deve riconoscere pur se l’espressione è ormai abusata – nei periodi dei torbidi, dal ’68 alla fine degli “Anni di piombo”, quando la produzione di editoria puntuale e senza sconti per alcuno in un’Italia flagellata dal terrorismo equivaleva all’esporsi a rischi di attentati (memorabile l’edizione realizzata in quei tempi con una manciata di coraggiosi, stanti incombenti minacce che erano giunte all’attenzione delle autorità di sicurezza pubblica).
Un regista d’altri tempi – Uomo di macchina e sempre prima firma, il “Cardinale” – tale la sua identificazione in ristretta cerchia di stampari – svariò dallo sport all’attualità, raccontando ad esempio i trionfi del calcio in serie A e del basket dominante sulle scene nazionali ed internazionali e testimoniando l’evolversi di un contesto la cui dimensione storica, cioè a forte impronta del settore secondario dal leggero al medio al pesante, iniziava a declinare verso scenari diversi; fu poi caporedattore ed approdò in tolda di comando nel 1983, lì rimanendo sino al 1986 con meriti di equilibrio sia nel rafforzamento dell’organico con assunzioni “mirate” sia nel dar spazio a generazioni di adolescenti in approccio alla professione (per inciso, alcuni fra gli aspiranti cronisti da lui “scoperti” operano tuttora alla “Prealpina”, mentre altri sono giunti a ruoli di peso in Italia ed all’estero). Indicativo della qualità della formazione sotto Pier Fausto Vedani è anche il fatto che tre dei nove suoi successori erano stati covati giornalisticamente sotto di lui: uno, da corrispondente per Luino ed Alto Varesotto, venne poi convinto a lasciare l’attività primaria da docente per diventare organico alla redazione; un altro, che da poco più che maggiorenne era stato da lui portato a collaborare ad inizio Anni ’80 e che poi era passato all’agenzia Ansa, tornò a Varese nel 2016 e firmò il quotidiano per un quinquennio; un terzo è l’odierno titolare sotto testata.
Osmosi di terra e di parola – Pier Fausto Vedani, in sigla “Pfv” ma non di rado articolista pungente con plurimi “nom de plume” sulla cui ideazione si consultava con Gaspare Morgione, sodale e collega oltre che vignettista umoristico dalla notorietà internazionale, seppe inoltre avere una visione di impronta insubre prima che tale concetto venisse in qualche modo “codificato”: da Como egli era giunto a Varese su espresso invito di Mario Lodi, che alla guida della “Prealpina” fu dal 1960 al 1983, e del Canton Ticino era non un ammiratore ma un riconoscente estimatore, avendo individuato tra i primi quali fossero il peso già acquisito e la rilevanza crescente del frontalierato anche quale fattore di ricchezza economica per i Comuni italiani di confine ed oltre. Scoprì una volta l’esistenza di Càsima, al tempo Comune autonomo, e si innamorò del luogo avantutto per la quasi perfetta omografia con Casina, Comune del Reggiano in cui era nata la moglie e dal quale si originava un altro ramo della sua famiglia; fu sempre curioso circa le differenze lessicali fra l’italiano-“standard” e quello d’uso comune al di qua della linea verde, ed a volte affiorava sulle sue labbra la parola “promovimento”, desueta già a Milano ma fiorente a Lugano, tali erano in lui gli effetti di un’osmosi culturale costante e coltivata. Celebri ed imprevedibili per sviluppo i suoi scherzi, soprattutto ai novizi stagionali di redazione: era capace di aspettare l’ora in cui era di picchetto solo un giovane fresco di contratto a breve termine per telefonare fingendo d’essere l’avvocato Tale o il sindaco Quale o più spesso l’industriale TaleQuale – nome e cognome venivano scelti dagli elenchi dei personaggi più temuti – ed insultando il giornale con espressioni virulente (“Il servizio pubblicato oggi a pagina nove è una vergogna, ma io vi faccio chiudere, siete una fogna, Lei di sicuro è lì dentro perché ha un parente importante…”) ed in crescendo rossiniano, sì da da scatenare una reazione d’impeto da parte dell’interpellato o da mettere quest’ultimo in seria difficoltà, soprattutto per l’inesistenza del servizio contestato.
Cattolico e laico – Esisteva infine – meglio: a monte – un Pier Fausto Vedani cattolico e, con il trascorrere degli anni, rafforzatosi nella fede grazie alla consorte. Ciò fu per lui non un impedimento ma una chiave di apertura ad ogni istanza sia sociale sia politica: da sempre votava per i Repubblicani, schieramento minoritario in cui tra l’altro l’Onnipotente non godeva di straordinario consenso, eppure un giusto numero di colonne in piombo egli continuò a riservare persino alle assemblee ed alle riunioni dei comitati monarchici; non volendo gravare sulle finanze del giornale, anzi, di tasca propria sovvenzionò un collaboratore al tempo dei funerali dell’ex-re Umberto II ad Altacomba, sicché anche “La Prealpina” – quasi un “unicum” fra i quotidiani a diffusione provinciale e regionale – ebbe un inviato ed una copertura di stampo “territoriale” cioè con testimonianze di varesini in trasferta nell’Alta Savoia per le esequie. Nel silenzio, poi, Pier Fausto Vedani diede più d’una mano – soldi dal portafogli, magari una piccola raccomandazione per un posto di lavoro, magari un’opportunità di collaborazione procurata – a persone meno fortunate o cadute in disgrazia. Professionalmente parlandosi, dopo il quotidiano, anche una direzione nell’emittenza televisiva privata a “Rete 55”, esperienze con il “web” (con ruolo di tracciapista, oltre che di editorialista, sulla redazione di “VareseNews”) e con “Radio Missione francescana” sia in voce sia in scritti. I funerali avranno luogo martedì mattina a Casina (Reggio Emilia).